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Quegli scout comunisti ci ricordano com’eravamo. Protagonista il messinese Mattia Bonaventura

A Torino il film di Luca Scivoletto, «I pionieri», girato tra Modica e Comiso

Un coming of age tutto siciliano, fra commedia e avventura, “I Pionieri”, esordio nel lungometraggio di finzione del documentarista modicano Luca Scivoletto, è tra i titoli proposti a “Favolacce”, sezione fuori concorso del Torino Film Festival, dove è passato ieri. Racconto di formazione in cui la crisi degli ideali politici degli adulti coincide con la crisi delle certezze infantili dei più giovani, il film propone la vicenda di Enrico (il messinese Mattia Bonaventura, molto bravo e spontaneo), dodicenne nella Sicilia del 1990, figlio di un dirigente locale del Partito Comunista, costretto dai genitori ad una vita priva di svago e contatti sociali.
Unico suo amico Renato (Francesco Cilia), figlio di un uomo rimasto vittima dei suoi ideali e di una madre molto attiva in politica, che, sull’esempio dei genitori, crede fermamente nel comunismo. Enrico a sua volta sente stretta la noiosa routine quotidiana e progetta con l’amico una fuga in campeggio, con l’obiettivo di rifondare i “Pionieri”, gli scout comunisti estinti da decenni. A loro si uniranno Victor (Danilo Di Vita), compagno di scuola pluriripetente e manesco, e Margherita (Matilde Sofia Fazio), anche lei in fuga dalla madre americana, militare nella vicina base Nato.
Sarà l’inizio di una ricerca tragicomica che vedrà schierati militari, carabinieri e i genitori dei ragazzi, individui profondamente diversi fra loro. Girato fra Modica e Comiso, con gli interni realizzati a Roma, sostenuto dal Ministero della Cultura, “I Pionieri” è tratto dal romanzo omonimo del regista pubblicato nel 2019 con la Fandango, produttrice del film assieme a Rai Cinema.
Classe 1981, Scivoletto ha dichiarato di essere partito dai suoi ricordi d’infanzia, di un’Italia ancora divisa fra le basi militari statunitensi e il più grande Partito Comunista d’Occidente, dove la politica esercitava sui legami familiari un impatto molto più forte rispetto ad oggi. Figlio di sostenitori del partito, come i protagonisti, ha percepito gradualmente l’inapplicabilità degli ideali assorbiti fin dall’infanzia, sviluppando così uno smarrimento politico mai del tutto risolto. Uno spunto autobiografico da cui è nata l’idea di raccontare l’amicizia simbiotica tra due ragazzini e il modo con cui entra in crisi una volta che uno di loro rompe la bolla di certezze che li ha protetti fino ad allora.
Ottimo cast, quasi tutto siciliano, a partire dal protagonista, il messinese Mattia Bonaventura, 14 anni, primo anno al liceo classico, figlio del regista Roberto Zorn Bonaventura e dell’attrice Monia Alfieri (già visto nel film "Seconda primavera" di Francesco Calogero). Siciliane anche la trapanese Matilde Sofia Fazio (“Anna” di Niccolò Ammaniti) e la palermitana Elvira Maria Camarrone (Lucia Borsellino in “Era d’estate”). Tra gli adulti del film l’attore cosentino Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina (romana, figlia dell’attore palermitano Franco Indovina), il palermitano Maurizio Bologna e il ragusano Roberto Nobile, scomparso nel luglio scorso, qui alla sua ultima interpretazione nei panni del Comandante dei Carabinieri. Partecipazione speciale di Claudio Bigagli nel ruolo di Enrico Berlinguer. Non ancora annunciata la data di uscita nelle sale.

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