Lunedì 23 Dicembre 2024

"Ambra non volle sentire altro". I segreti di "T'appartengo" svelati dall'autore

Il singolo 'T'appartengo' è il brano più venduto della sedicesima edizione di X Factor grazie all’esibizione di Ambra Angiolini che, nell’ultima serata del talent di Sky, ha riproposto il brano reso celebre nel 1994 durante la trasmissione televisiva 'Non è la Rai'. Ma qual è il segreto del brano che sembra non essere mai passato di moda e che, nonostante i 28 anni, è riuscito a battere nella classifica anche la canzone dei vincitori di X Factor, la band I Santi Francesi? Dietro al brano di Ambra c'è lo zampino di un genio della musica e paroliere come Franco Migliacci, che con 'Il blu dipinto di blu' cantato da Domenico Modugno, vinse il Festival di Sanremo nel 1958. E’ lui, infatti, uno dei compositori del brano insieme ai figli, Ernesto Migliacci, Francesco Migliacci (con lo pseudonimo di Assolo) e Stefano Acqua. La storia 'segreta' dell’intero album, che era stato commissionato da Gianni Boncompagni per Non è la Rai ce la racconta proprio uno degli autori che, all’epoca, era un giovane musicista che frequentava l’abitazione, alle porte di Roma, proprio di Franco Migliacci. «Era agosto del '94 e l’album che ci aveva chiesto Boncompagni doveva essere pronto per settembre», Racconta all’AGI Stefano Acqua, musicista e autore di brani e sigle televisive. «L'intero album venne realizzato praticamente in 12 giorni, le prime registrazioni le facemmo negli studi Mediaset del Palatino. In 12 giorni abbiamo scritto i testi, gli arrangiamenti, registrato il tutto e mandato in stampa». «L'unico brano che registrammo anche in un altro studio all’esterno del Palatino - racconta Acqua - fu proprio T'Appartengo, ma la prima versione mandata in onda era stata registrata al Palatino». Come si è arrivati alla realizzazione del brano T'Appartengo? «In realtà il brano era nato almeno 3 anni e mezzo prima che la cantasse Ambra - spiega ancora Stefano Acqua - insieme a Ernesto Migliacci collaboravamo nello studio di registrazione nella casa del padre. Eravamo un gruppo di amici e Franco Migliacci aveva curato la produzione di una nostra band che si chiamava Stop Secret, con noi suonavano anche Massimo Modugno, e tanti altri giovani di talento. Penso al bassista Roberto Gallinelli, oggi uno dei migliori bassisti a livello mondiale. Poi piano piano ci siamo persi». «Collaboravamo con Boncompagni portandogli alcuni brani che poi cantavano le ragazze di Non è la Rai - racconta Acqua - alcuni diventarono anche famosi come 'Tutta tua', 'Cheese, cheese' e 'Tu e Mu'. Poi ci chiese delle canzoni appositamente per realizzare un disco con Ambra». «Il brano T'Appartengo lo avevamo già proposto a produttori di altre cantanti come Irene Grandi, Mietta e altre ma non se ne fece nulla - continua Stefano Acqua - a Gianni Boncompagni portammo tre brani: 'T'appartengo', 'Margheritando il cuore' e 'Che bisogno d’amore'. Ed aveva scelto come canzone di punta 'Margheritando il cuore' ma Ambra appena ascoltato 'T'appartengo' non ha voluto sentire altro e si è impuntata chiedendo che fosse il brano d’apertura». Ma qual è secondo lei il segreto del brano che lo rende ancora oggi una hit? «Abbiamo inserito nel brano la strofa cantata rap, proprio come si usa oggi - racconta Acqua - fu un’astuzia da parte nostra, inoltre puntammo ad avvolgere la voce di Ambra con i cori, all’epoca non esisteva l’Auto-tune. Inoltre la canzone è indiscutibilmente bella, il testo non è così frivolo come quelli che escono oggi. T'Appartengo è un amore giovanile semplice, puro e scritto bene con le regole e la supervisione di Franco Migliacci». «Certo realizzare l’intero cd in 12 giorni ha comportato anche dei piccoli difetti - spiega Acqua - penso al brano 'Che bisogno d’amore' dove alla prima frase cantata dal coro si sente uno strano rumore, si tratta in realtà dei fogli rivoltati dalla corista. Un errore che però rimase sul brano». «Oggi non sono più un musicista professionista mi occupo d’altro - dice Acqua - in televisione ti propongono ormai dei lavori e poi ti dicono che non hanno il budget. Ma ho ritrovato la passione dei 20 anni perchè adesso suono divertendomi, non sono più costretto a fare serate per lavoro, scelgo io quali fare».

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