Martedì 26 Novembre 2024

E se la tecnologia aiutasse anche a guidare i sentimenti? Pif torna in libreria

Che coss’è l’amor” canta Vinicio Capossela, andando alla ricerca della definizione perfetta, del verso che sublimi la passione amorosa, la scintilla dell’innamoramento. Nessuno può comandare al nostro cuore – ahinoi – ma se la tecnologia potesse tenderci la mano, fra algoritmi e schemi comportamentali, vi fidereste? Parte da qui “La disperata ricerca d’amore di un povero idiota”, la terza opera letteraria, il secondo romanzo, del palermitano Pif, Pierfrancesco Diliberto (classe 1972), sbarcato con successo in libreria, riportando in scena Arturo Giammaresi, il suo alter ego su carta. Un romanzo lieve con quell’ironia surreale tipica di Pif, muovendo l’azione da Siena alla Svezia, da Dubai alla Groenlandia, indagando su di sé, sui rapporti di coppia a ogni latitudine e su cosa sia davvero un’anima gemella nell’odierna società. Del resto, Arturo è certo che «L’amore non è una formula matematica, non ci si può innamorare facendo dei calcoli» ma quando si ritrova innanzi il vecchio compagno di classe, Gianfranco Zamboni, viene fuori che c’è una app in grado di calcolare l’affinità sentimentale fra due persone con precisione scientifica. Basterà per trovare la sua dolce metà o si tratta dell’ennesima promessa da marinai (digitali)? E così, giunto ormai alle soglie dei quarant’anni, anche per Arturo – che lavora con affanno al dipartimento marketing di una multinazionale di dolciumi - sembra giunto il momento di pensare al futuro e da citazionista accanito per autodifesa, facendo sua la massima di Mae West: «Tra due mali, scelgo sempre quello che non ho mai provato prima», si lancia nella sperimentazione. A dirla tutta, Arturo sente una crescente simpatia per Olivia, «la ragazza della mensa dalle labbra perfette» ed è ormai pronto a dichiararsi, ma tramite l’incontro con Zamboni, scoprirà che – in giro per il mondo – vi sono sette anime gemelle e a quel punto non sa resistere alla tentazione. E si lancia nell’avventura d’una vita. Sobillato da MysApps, lo seguiremo nell’incontro con la senese Silvia e con la disinibita svedese Astrid – con la convinzione di essere troppo poco femminista per un paese all’avanguardia, come la Svezia - e poi l’aspirante cantante salentina Simona e l’algida groenlandese Birgit. E ovviamente, sarà un profluvio di malintesi, gag e momenti teneri, parlando al lettore con leggerezza e quell’ironia caustica, talvolta spiazzante che lo contraddistingue. Dopo “…Che Dio perdona a tutti” (2018) e “Io posso. Due donne sole contro la mafia” (2021, scritto con Marco Lillo), Pif – scrittore, sceneggiatore, attore e conduttore televisivo, transitato da MTV a Le Iene per poi approdare a Sky con il suo programma “Il Testimone” – racconta un delicato connubio fra il sentimento e l’algoritmo e se in passato ci aveva messo in guardia dal punto di vista etico (nel film “E noi come stronzi rimanemmo a guardare”, firmandone la regia), qui ha scelto un taglio decisamente più lieve che conquista il cuore dei lettori con un sorriso.

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