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Il dono perfetto: a Natale regala un libro

Dall’ultimo libro per ragazzi di Nadia Terranova alla storia di Angelica del Gattopardo. La Roma di Nerone e di Flaiano

Ci siamo quasi. A questo punto, la vostra lista dei regali da fare dovrebbe essere già terminata ma nel giorno della Vigilia probabilmente salterà fuori un’emergenza, un pensierino last minute che avevate dimenticato (o magari, rimosso) e cosa c’è di meglio di un libro per cavarsi d’impaccio, facendo anche bella figura? La scelta potrebbe cadere sulla fiaba moderna firmata dalla messinese Nadia Terranova, tornata in libreria con Il cortile delle sette fate (Guanda editore). Dopo il grande successo ottenuto con “Il segreto” (Premio Andersen e Premio Strega ragazzi categoria 8+), Terranova firma una storia siciliana (appena candidata al Campiello Junior, nella terzina per i lettori di 7-10 anni) con un tocco di magia, illustrata da Simona Mulazzani e ambientata nella piazzetta Delle Sette Fate che si trova a Palermo, nel quartiere Ballarò. Ispirata dalle parole Giuseppe Pitrè – il più grande narratore di storie siciliane – Terranova racconta di una gatta di nome Artemide, di una bambina coraggiosa e di un gruppo di donne, una storia di coraggio e bellezza perfetta per la notte di Natale.

Restando nel Messinese, ecco l’esordio di Mattia Corrente, distintosi con La fuga di Anna (Sellerio, pp. 260, euro 16), in cui racconta la storia di Anna, una donna che svanisce all’improvviso e seguendo la tenace ricerca operata dal suo consorte, Severino, andremo alla scoperta di una Sicilia che diventa luogo di scoperta immaginifico in una realtà patriarcale. Originario di Librizzi, Corrente costruisce un bel gioco di specchi e di voci mediante i suoi personaggi, ribaltando gli stereotipi sull’isola e sulla vecchiaia. E chiudiamo questo tris siciliano con Angelica (Neri Pozza), il nuovo romanzo firmato da Silvana La Spina, un coraggioso spin-off del capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dando voce e narrando la storia di Angelica, la figlia di don Calogero Sedara che nel film di Luchino Visconti era interpretata dalla splendente Claudia Cardinale. Una storia di miseria e riscatto, il racconto dell’amore con il bel Tancredi mentre l’Italia nasceva, in un turbinio di amori e tradimenti, passioni politiche e colpi di scena, dando vita ad un bel romanzo storico sulle tracce del Gattopardo.

Sotto l’albero c’è sempre posto per un thriller e la scelta potrebbe cadere su La casa delle luci (Longanesi, pp. 432, euro 23), il terzo volume della trilogia bestseller con protagonista l’ipnotista Pietro Gerber, firmata da Donato Carrisi. Una bimba ha un pericoloso amico immaginario, una vicenda che riporta alla memoria un doloroso episodio del passato mai chiarito mentre aleggia l’enigmatica figura di Hanna Hall, una misteriosa donna che ha fatto precipitare la vita del protagonista, mettendone in pericolo tanto la carriera che gli affetti e costringendo Gerber a correre, in modo ardito, ai ripari.
Fra i titoli più graditi, spicca certamente Nerone. La rinascita di Roma e il tramonto di un imperatore, il terzo volume della trilogia di successo firmata da Alberto Angela (Harper Collins Italia). Nel volume – impreziosito da un ritratto originale di Nerone, firmato da Milo Manara – Angela riprende il racconto all’indomani del Grande Incendio che bruciò la Città Eterna e solleva un interrogativo: se quella notte del 18 luglio del 64 d.C. le fiamme non avessero divorato tutto, oggi cosa direbbero i libri di storia? Narratore disinvolto e sempre accattivante, Alberto Angela ricorda che Nerone fu un dittatore spietato ma in questa indagine meticolosa, originale e ben congegnata, viene anche riletto come un’artista, nonché urbanista e negoziatore. Però la storia l’ha condannato…
E restando a Roma, nell’anniversario della sua scomparsa, lo scrittore Tommaso Pincio firma il delizioso Diario di un’estate marziana (Giulio Perrone editore), una passeggiata d’autore nel Novecento. Da Via di Campo Marzo 24 a Villa Borghese, Pincio racconta e svela Flaiano, il vincitore nel 1947 del primo Premio Strega (con “Tempo di uccidere” scritto su richiesta di Leo Longanesi), restituendoci l’uomo e l’intellettuale dall’ironia pungente, capace di cogliere l’indolenza e l’inadeguatezza che lo rendono ancora oggi un narratore immortale, fragile, emozionante.
Infine, chiudiamo questo viaggio con un libro per sognare mentre si sfogliano le pagine. Breve atlante dei fari in capo al mondo, firmato da José Luis González Macías (tradotto da Federica Niola, pubblicato da Einaudi), capovolge lo stereotipo e anziché presentarci i fari come una metafora di solitudine, li racconta come storie di dedizione e coraggio, a strettissimo contatto con la potenza, i misteriosi segreti del mare e le rotte dei viaggiatori. Ricordando le pagine di Jules Verne, l’autore scrive: «C’è qualcosa di bello e selvaggio in queste architetture impossibili», interrogandosi sul significato ultimo della «condizione umana […] poiché talvolta, come diceva Charles Bukowski, l’isolamento è il dono». E dal faro di Adziogol sul Mar Nero a quello di Bell Rock, González Macías raccoglie le storie di 34 fari in giro per il mondo, consegnandoci un libro da regalare e regalarsi, col sorriso.

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