«Mi piace fare del mio meglio e fare il possibile» afferma Josephine Yole Signorelli alias Fumettibrutti, artista catanese (classe 1991) transgender che negli ultimi anni sta proponendo in rete e su cartaceo un fumetto contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio, narrandosi ogni giovedì con le sue vignette a viso aperto, senza mezze misure.
«I segreti vanno bene per gli horror, non per le persone» il suo motto. Le vignette del web oggi compongono il volume antologico «Ogni giovedì una striscia», pubblicato da Feltrinelli Comics, la collana che nel 2018 aveva pubblicato il suo graphic novel d’esordio «Romanzo esplicito».
Il testo – che le è valso nel 2019 il Premio Micheluzzi alla miglior opera prima al Napoli Comicon e il Gran Guinigi al miglior esordiente a Lucca Comics & Games – ha composto, assieme ai successivi «P.La mia adolescenza trans» e «Anestesia», la trilogia diventata un manifesto cult contro i pregiudizi.
I tre albi autobiografici raccontano infatti un vissuto complesso e un tortuoso percorso di cambiamento e consapevolezza; ma anche una crescita umana e artistica fra dolore, bullismo, eccessi. Specializzata in “Linguaggi del Fumetto” all’Accademia Felsinea di Bologna, l’artista è attualmente impegnata nella realizzazione dalle sei puntate autobiografiche di «Thailandia Sincera» per il mensile culturale «Finzioni». Fumettibrutti ha di recente presentato il suo ultimo libro alla Feltrinelli Point di Messina, dove con schiettezza e verve ha condiviso la sua storia personale.
Come esplicitato dal titolo, il volume racchiude diverse vignette pubblicate sui canali social, più una storia inedita. Quali tavole ritroverà il lettore?
«Come si dice “ogni scarrafone è bello a mamma soie”: chi mi segue troverà una selezione di quelle più famose, ma ci sono quasi tutte. Le ho scelte senza seguire un ordine cronologico, ma secondo il mio istinto del momento, sfogliando le pagine. Di per sé il libro ha una sua struttura, un senso: è un viaggio dentro una persona lungo cinque anni, in cui c’è crescita, evoluzione, anche cambiamento di idee e prospettive. La storia inedita è più legata ad “Anestesia”, ultimo libro della trilogia, ma aveva bisogno di uno spazio a sé. E oggi, anche per le tematiche che ho maturato, mi è sembrato il momento giusto per farla uscire. Ho lavorato nei nightclub e le storie che ho vissuto, le ragazze che ho conosciuto, si sono sedimentate dentro di me e ho deciso di raccontarle».
Hai trasformato il tuo vissuto in materiale narrativo potente. Qual è la forza del disegno nel veicolare messaggi fondamentali?
«In un’intervista Chris Ware parla della traduzione forzata di “graphic” in americano. “Graphic” sarebbe “esplicito”. Questo è il mio pensiero sui fumetti e l’arte visiva: ciò che non è solo scritto per parole è esplicito, in quanto visivo e reale. Il fumetto è un racconto in prima persona ed anche una lettura in singolo, diversamente dal libro che può essere letto collettivamente. Il fumetto resta una narrazione basata sullo spazio bianco tra le due vignette, deciso da chi racconta. A sua volta il lettore decide cosa vedere in quello spazio, oltre ciò che legge. Una comunicazione libera e spontanea».
L’arte quindi ha il potere di innescare cambiamenti importanti?
«L’arte continua ad avere potere, al di là dell’essere messa dentro un museo. Nel momento in cui lanciamo contro i vetri sopra un quadro del purè di patate o dei fagioli ci rendiamo conto, da quello che ne scaturisce, di quanto sia ancora potente. Quindi secondo me può ancora salvarci. Abbiamo bisogno tantissimo di artisti per aumentare l’empatia in ciascuno di noi».
Quando parli di empatia ti riferisci alla narrazione autobiografica di “Thailandia Sincera”, in cui confidi al lettore le conseguenze di un intervento di chirurgia mal riuscito?
«Esattamente. Parlare di vissuti difficili o di cose per cui proviamo vergogna ci aiuta ad aumentare l’empatia. Credo che manchi empatia nel mondo di oggi. Il mio racconto è autofiction perché è qualcosa che vivo anche sui social, che sono anch’essi autofiction, non vita reale. Qualsiasi influencer lo sa. Ma l’autofiction stimola riflessione e poi empatia, migliorando la capacità di comunicazione tra le persone».
Perché ancora pregiudizi e libertà negate, anche verso la comunità Lgbt?
«Lo xenotransfemminismo intersezionale mi ha insegnato che ogni spazio conquistato deve essere presidiato, perché i diritti acquisiti si possono perdere in un attimo. Lo abbiamo visto coi rischi legati alla legge sull’aborto e al DDL Zan che non è riuscito nemmeno a passare ed era veramente la base».
La trilogia di Fumettibrutti diventerà una serie live-action di prossima uscita, prodotta da Bim e Feltrinelli Originals e diretta da Laura Luchetti, alla quale l’artista ha collaborato come consulente.
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