La corte francese, i capricci, gli amanti e la Rivoluzione del popolo sullo sfondo. Nel 2006 la visionaria Sofia Coppola ci regalò una indimenticabile nuova versione di Maria Antonietta – pop, smorfiosa e sopra le righe – capace di scardinare la narrazione storica con una grande colonna sonora e costumi alla moda, aprendo la via verso il futuro. E dal 15 febbraio, proprio “Maria Antonietta” sarà protagonista di una omonima serie che andrà in onda su Sky e in streaming su Now, raccontando la storia della giovane regina austriaca che sconvolse la corte di Francia per la sua mentalità moderna e all’avanguardia. Per poi finire sulla ghigliottina, ultima regina di Francia dell'ancien régime. La serie, composta da otto episodi, è creata e scritta da Deborah Davis (la sceneggiatrice del film “La Favorita”) e nei panni della protagonista c’è l’attrice tedesca classe ’92 Emilia Schüle (già vista in “Treadstone” e “Hallo Again”) chiamata a superare l’interpretazione cinematografica di Kirsten Dunst, rendendo i crucci e i vezzi della giovanissima sovrana piombata in un mondo destinato ad essere travolto dalla Storia. Accanto al lato pop e stiloso, “Maria Antonietta” rilancia uno sguardo contemporaneo ed esplora il lato oscuro e misogino della favolosa reggia, lì dove la futura regina giunse a soli 14 anni, lasciando l’Austria, destinata a diventare la consorte di Luigi XVI, interpretato da Louis Cunningham (già apprezzato in “Bridgerton” nel ruolo di Lord Corning). A tal proposito, la serie viene divisa in due, con due sguardi e due direzioni diverse dietro la macchina da presa: quattro episodi sono diretti da Geoffrey Enthoven (“Hasta la vista” e “Invisible”) e gli altri quattro, dal ben più esperto Pete Travis (“Prospettive per un delitto”, “City of Tiny Lights” e “Legacy”). La serie – prodotta da Alban Étienne e Stéphanie Chartreux di Banijay Studios France, Claude Chelli e Aude Albano di Capa Drama e Christophe Toulemonde di Les Gen – richiama l’attenzione e sottolinea la ferma intenzione della giovane sovrana di rompere il protocollo, anche cercando una libertà sessuale che era data per scontata per il sovrano ma non certamente per la sua consorte. E così, mentre la miseria e la rabbia crescevano fuori dalla reggia, nel loro mondo noiosamente perfetto e irreale, Deborah Davis punta a dare una nuova immagine di Maria Antonietta, non più svampita ma fiera e determinata verso la modernità, malgrado il disappunto della corte francese.