Tante voci importanti al suo attivo, e quell’inconfondibile timbro che lo ha reso riconoscibile su tanti personaggi della migliore cinematografia. Dario Penne, uno dei più rappresentativi doppiatori italiani, si è spento ieri a Roma, a due giorni dal suo ottantacinquesimo compleanno, lasciando un grande vuoto in un’arte che dà lustro al nostro Paese. Sua la voce dell’Hannibal Lecter di Anthony Hopkins ne “Il silenzio degli innocenti”, dell’ambizioso giudice federale Roy Foltrigg di Tommy Lee Jones ne “Il cliente”, dei memorabili personaggi dell’inventore “Doc” Emmet Brown e del perfido Giudice Morton, interpretati da Christopher Lloyd in “Ritorno al futuro” (secondo e terzo capitolo) e “Chi ha incastrato Roger Rabbit”. Passione e talento puro hanno segnato un percorso artistico avviato nel 1968, quando Penne si trasferì nella capitale dopo gli esordi sul palcoscenico nella sua Trieste, il lavoro in teatro con Giorgio Strehler e l’esperienza nella prosa radiofonica con la Compagnia di Radio Firenze. Membro per diversi anni di importanti società del doppiaggio come CID, Defis – di cui era stato uno dei fondatori - CVD e Sefit-CDC, lungo la sua prestigiosa carriera ha reinterpretato al leggio attori straordinari del calibro di Dennis Hopper in “Super Mario Bros.”, “Waterworld” e “Palermo Shooting”, Ben Kingsley in “A.I. - Intelligenza artificiale” e “Shutter Island”. E, inoltre, F. Murray Abraham in “Scoprendo Forrester”, “Piazza delle Cinque Lune” e “Ti ho cercata in tutti i necrologi”. Ha dato poi la voce a James Cromwell nei film “Larry Flynt - Oltre lo scandalo”, "Il miglio verde” e nella serie di Paolo Sorrentino “The Young Pope”. Suo il doppiaggio di Michael Caine ne “Le regole della casa del sidro” e nella trilogia di Batman di Christopher Nolan, dove l’attore inglese dava volto ad Alfred Pennyworth, il fido maggiordomo del supereroe. Importanti le sue incursioni nell’animazione ove ha doppiato il robot Bender nella serie cult “Futurama” e il topo Django nel film Disney-Pixar “Ratatouille”. In tv era la voce di David Carradine in "Alias", di Donald Sutherland in “Crossing Lines" e di Ian McShane in "Deadwood". Come attore è stato diretto in cinema e tv da registi del calibro di Sandro Bolchi, Anton Giulio Majano, Carlo Carlei e Giorgio Capitani.