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The Good Mothers vince la Berlinale Series: ecco come le donne sfidano la 'ndrangheta

La serie in sei puntate, che racconta la ’ndrangheta dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla, è diretta da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso

The Good Mothers, la nuova serie originale italiana targata Disney+, in concorso alla 73esima edizione del Festival Internazionale del Cinema, ha vinto il Berlinale Series Award, il primo del suo genere per la tv in un grande evento cinematografico.
La serie in sei puntate, che racconta la ’ndrangheta dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla, è diretta da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso e prodotta da Juliette Howell, Tessa Ross e Harriet Spencer per House Productions e da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside (società del gruppo Fremantle).
Basata sull’omonimo bestseller del giornalista Alex Perry, narra di una giovane e brillante pm, Anna Colace (interpretata da Barbara Chichiarelli), che ha l’intuizione di attaccare la ’ndrangheta facendo leva su mogli, madri e amanti dei boss. Tutto parte dalla storia vera della scomparsa nel 2009 di Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti), che aveva testimoniato contro il marito Carlo Cosco (l’attore catanzarese Francesco Colella) per iniziare una nuova vita con la figlia Denise (Gaia Girace). Anna scopre poi le vicende di Giuseppina Pesce (Valentina Bellè) e Concetta Cacciola (Simona Distefano), con personalità molto diverse, ma con la stessa voglia di ribellarsi. Si tratta, quindi, di un’opera corale e sfaccettata che racconta la storia di donne che dovranno combattere contro le loro stesse famiglie per il diritto di sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per sè stesse e per i loro figli.

«Quello che serve al cinema italiano per continuare a girare nella regione», è il commento della Calabria Film Commission dopo l’assegnazione del premio. Infatti The Good Mothers è stata girata per 6 settimane nel comprensorio reggino, anche con la partecipazione di attori e maestranze calabresi che hanno lavorato sul set, dimostrando una sempre più qualificata professionalità.

Le riprese sono state, appunto, effettuate tra Reggio, Palmi e Fiumara. E sulle bellezze di queste zone si è soffermata la giuria del premio (composta da Mette Heeno, André Holland e Danna Stern), nelle motivazioni, affermando che «la bella fotografia, la scenografia e le location hanno contribuito alla sensazione ultra realistica della serie».

«La vittoria del primo Berlinale Series Award rappresenta un motivo di grande orgoglio per tutta la Company. Per le produzioni originali italiane targate Disney+ si tratta di un importante traguardo, un riconoscimento verso il nostro impegno di offrire contenuti di grande qualità e che possano essere apprezzati a livello mondiale», il commento di Daniel Frigo, manager della Walt Disney Company, per il prestigioso riconoscimento. «Questo premio – aggiunge – è frutto della passione e del lavoro dell’intero team Disney Italia e della collaborazione con case di produzione come Wildside e House Productions. Ci auguriamo che The Good Mothers possa emozionare e riaccendere l’attenzione del pubblico su un tema così importante».

«Siamo entusiasti e orgogliosi di aver lavorato con Disney e House Productions per questa importante serie. Ne siamo ancora più orgogliosi perché The Good Mothers racconta la storia del coraggio di alcune donne straordinarie che hanno combattuto contro le loro famiglie criminali per dimostrare ai propri figli che una vita diversa era davvero possibile, e che legalità e giustizia rappresentano la scelta giusta anche nelle circostanze più difficili», le parole di Andrea Scrosati, ceo Continental Europe di Fremantle.

«È sempre molto speciale essere i primi a vincere qualcosa, e ancora di più per noi con questo progetto così importante. Si tratta di una serie-drama che offre una nuova prospettiva su una realtà che pensiamo di conoscere e aver capito, e siamo davvero contenti che gli spettatori di tutto il mondo possano vederla a partire dal 5 aprile. Vogliamo ringraziare tutte le donne che sono state così coraggiose nella loro esperienza di vita e ci hanno ispirato nel raccontare la loro storia», ha concluso Juliette Howell, co-ceo House Productions.

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