Venerdì 15 Novembre 2024

Politicamente s/corretto: su Schiavone e Pio & Amedeo vince... Fiorello

La terza serie di Rocco Schiavone, su Raidue, ci offre l’occasione per condividere una riflessione sull’atteggiarsi del “politicamente s/corretto” in tv. Per quanto sia oltremodo giusto rispettare la sensibilità di tutti ed evitare discriminazioni di qualunque genere, non c’è dubbio che un eccesso di attenzione porti alla fine a una stucchevole ipocrisia che cancella qualsiasi opinione critica o quantomeno non allineata. Non è questa, ovviamente, la sede per un trattato sul tema, né abbiamo le competenze, ma non possiamo fare a meno di notare che la tv gioca in maniera ambigua con il politicamente s/corretto, per cui ci sono trasmissioni che si fanno un vanto dell’aderenza alla linea dell’impeccabilità integralista, altre che, al contrario, proclamano la loro “rivoluzionaria” tendenza alla improprietà, facendola diventare una sorta di “vanto”. I tre esempi, diversi e variamente atteggiati, partono, appunto, da Rocco Schiavone (Marco Giallini), che fuma erba in commissariato, ha amicizie controverse, una evidente allergia a quelle formalità che coincidono con la sua classifica delle cose superflue. Schiavone è l’esatto contrario di ciò che l’immaginario identifica con un investigatore, ma la sua etica di fondo, la sua correttezza intrinseca lo hanno reso un personaggio amato dal pubblico per la sua autenticità, con giusto merito del suo interprete Marco Giallini. Poi ci sono Pio e Amedeo, con il loro «Felicissima Sera - All inclusive» in onda su Canale 5, che in questa edizione hanno adottato toni più smorzati, ma il loro politicamente scorretto, troppo sbandierato, in realtà è un vezzo per dare una connotazione “alta” ad una comicità che è solo irriverente e coglie con malizia alcuni evidenti estremismi, facendosi beffe di alcune convenzioni e di personaggi ammantati da una aurea di intoccabilità. Pio e Amedeo in fondo non sono politicamente scorretti ma solo genuinamente impertinenti, interpretando, in maniera semplice, il sentimento di tanti che non si fanno affascinare dalla corrente di pensiero dominante. Infine c’è Rosario Fiorello, che, come direbbe Camilleri del quale è conterraneo, se ne stracatafotte. In questi mesi lo abbiamo sentito menare indistintamente colpi a destra e a manca, infischiandosene del pensiero dominante, lineare, culturalmente orientato, politicamente ineccepibile, e lo fa senza essere qualunquista o mirando ad accattivarsi facilmente il pubblico. Ciò che vediamo e che fa la differenza, però, è la leggerezza, la mancanza di cattiveria, il suo intelligente ancorarsi ad una notizia che tutti possono leggere e interpretare. Fiorello ci sembra porsi senza pregiudizi, certamente con rispetto e sempre con eleganza. Che sia lui la vera via del politicamente scorretto?

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