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Nastri d'Argento, le storie di 'Ndrangheta di "The good mothers" candidate a Miglior serie

Candidature anche per le interpretazioni del catanzarese Francesco Colella, di Barbara Chichiarelli e Valentina Bellè

Grande successo per “The good mothers”, disponibile su Disney+ dallo scorso aprile. Dopo aver vinto il Berlinale Series Award, il telefilm diretto da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso è candidato ai Nastri d’Argento Grandi serie come miglior serie e per le interpretazioni di Barbara Chichiarelli e del catanzarese Francesco Colella, migliori attori protagonisti nei rispettivi panni della pm Anna Colace e di Carlo Cosco (marito e assassino di Lea Garofalo), e di Valentina Bellè, attrice non protagonista nel ruolo di Giuseppina Pesce.

Tratta dall’omonimo libro di Alex Perry, incentrata sulle reali vicende di tre donne che si sono ribellate alla ’ndrangheta - Denise Cosco (Gaia Girace), figlia della Garofalo (Micaela Ramazzotti), Maria Concetta Cacciola (l’attrice catanese Simona Distefano) e la Pesce (Bellè) - la serie, subito dopo la messa in onda, si era trovata al centro di una disputa legale innescata dalla stessa Pesce, il cui portavoce, l’avvocata Michela Scafetta, ha accusato il colosso streaming di averla trasmessa senza l’autorizzazione della sua assistita, narrata altresì in modo distorto, con grave rischio per la sua vita e quella dei figli, che con lei vivono sotto copertura per sfuggire alle ritorsioni malavitose.

La Pesce ha diffidato House Productions, Wildside e Disney+ dalla messa in onda e, secondo il sito del TgR Calabria, anche Marisa Garofalo, sorella di Lea, avrebbe dato mandato ai suoi avvocati di procedere contro la produzione per alcune scene non rispondenti al vero, soprattutto quella in cui si vede Carlo Cosco, che non è mai stato a casa sua, irrompere nell’appartamento. Al momento non ci sono notizie ulteriori sullo sviluppo della vicenda.

Scelta e finanziata dalla Film Commission col Bando per il sostegno alle produzioni audiovisive in Calabria nel 2021, “The good mothers” è stata girata per sei settimane fra Reggio, Palmi, Fiumara e la piana di Gioia Tauro, toccando diversi luoghi delle città (tra questi il Tribunale di Reggio e la Chiesa Matrice di Palmi) col contributo di 48 maestranze, 21 attori e 553 persone tra generici e figurazioni. La Regione è rappresentata anche nel cast principale, oltre che da Colella, dai reggini Saverio Malara (Vito Cosco, cognato di Lea Garofalo) e Andrea Riso (Enrico, amore segreto di Giuseppina Pesce).

Di Carlo Cosco, Colella sottolinea: «È un uomo che ha scelto un potere distruttivo, fondato su cupidigia, denaro e sopruso. Ho cercato di rappresentarlo tentando di suscitare repulsione nei suoi confronti, dato che la forza della serie sta nel puntare i riflettori sulla possibilità per alcune donne di liberarsi da una prigione criminale. Grande la responsabilità, così come la fatica di uscire pulito da ogni contaminazione alla fine di ciascuna ripresa, avendo cercato di tirar fuori le varie sfaccettature del malavitoso: ferocia, volgarità, avidità, vigliaccheria, grettezza anche dello sguardo».

Altrettanto negativo il personaggio interpretato da Saverio Malara: «Vito è il braccio destro di Carlo, curatore dei suoi affari e dei suoi spostamenti in Calabria e a Milano alla ricerca di Lea. È speculare al fratello nella sua negatività e avrà un’evoluzione nel corso della serie».

Il reggino Andrea Riso, al suo debutto nella serialità, parla con empatia del suo personaggio, un «malcapitato», come chiunque nasca in ambienti disastrati: «Enrico stabilisce con Giuseppina un’intimità molto delicata, fatta di attimi rubati necessari per sopravvivere, un’isola felice in mezzo all’inferno. Un uomo totalmente agli antipodi degli altri personaggi maschili della serie, che fa da contraltare a un’idea di maschilismo presente ancora oggi nel nostro Paese». Infatti “The good mothers” ha il pregio di restituire una tridimensionalità non scontata anche ai personaggi maschili, nonostante li ritragga ai vertici di un’ingiusta gerarchia sociale, uomini incasellati tanto quanto le donne in un sistema dove i ruoli di genere sono radicati in modo potente e definitivo.
Presente in oltre 70 paesi, la serie è distribuita negli Stati Uniti da Hulu.

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