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Leonardo Sciascia nello sguardo di 15 donne

Giornaliste, scrittrici, accademiche, e anche una delle figlie: preziose testimonianze

Sciascia, il suo cuore. Accorda memoria e analisi dell’uomo e del grande intellettuale Rossana Cavaliere con il saggio “Leonardo Sciascia negli occhi delle donne. Tessere di un mosaico al femminile” (Vallecchi) nel quale l’autrice, studiosa di Sciascia, conversa con quindici donne che hanno conosciuto e frequentato lo scrittore: giornaliste della carta stampata e della televisione, scrittrici, editrici, accademiche, imprenditrici e tra loro la signora Anna Maria, una delle due figlie di Sciascia.

Il maestro di tanti, che, come Pasolini, possedeva le parole guardiane della nostra ragione, e che vive e ci parla non solo attraverso la sua famiglia biologica ma anche attraverso quella estetica formata da studiosi, scrittori, giornalisti, critici letterari e cinematografici, registi e lettori. A ciascuna il suo Sciascia, dunque, e parte proprio da una polemica, scaturita da un’intervista rilasciata nel 1974 da Sciascia a Franca Leosini per L’Espresso, l’idea del saggio della Cavaliere: in quella intervista intitolata «Le zie di Sicilia. Colloquio con Leonardo Sciascia», lo scrittore parlava «di un matriarcato in Sicilia responsabile di un’educazione ai (dis)valori di matrice mafiosa» e mostrava perplessità verso il lavoro fuori casa, in nome della «conservazione della famiglia».

Parole per le quali tuonarono giornaliste e scrittrici, tra le quali Adele Cambria, Carla Ravaioli, Dacia Maraini, che denunciarono l’atteggiamento misogino di Sciascia e lo sguardo androcentrico nelle sue opere in cui la figura femminile è spesso marginale.
Ma le ampie interviste a Barbara Alberti, Rita Cirio, Bianca Cordaro, Silvana La Spina, Franca Leosini, Dacia Maraini, Giannola, Cristina, Antonella e Betty Nonino, Marcelle Padovani, Domenica Perrone, Anna Maria Sciascia, Francesca Scopelliti, Elisabetta Sgarbi, parlano di un’esperienza arricchente per la Cavaliere non solo perché le intervistate hanno donato preziose testimonianze, tutte ammirando la statura dell’intellettuale, con il suo esercizio del dubbio e del libero pensiero, ma anche perché ognuna ha aggiunto una tessera a questo mosaico tutto al femminile.

Alcune di loro per intervistarlo lo incontrarono giovanissime, come la Alberti, la Cirio, la Cordaro, la Padovani, la Leosini, altre, come La Spina e Maraini, condivisero con lui comuni interessi. Molte di loro lo frequentarono e furono ospitate nella casa di campagna della Noce, altre come Giannola, Cristina, Antonella e Betty Nonino, che volevano legare la loro grappa a un Premio letterario, stabilirono con la famiglia Sciascia un prezioso rapporto amicale, con frequentazioni reciproche tra Sicilia e Friuli. E se stretto fu il rapporto con l’italianista Domenica Perrone e il suo compagno Natale Tedesco, Francesca Scopelliti non dimentica l’intervento di Sciascia sul Corriere della Sera in difesa di Tortora nella certezza della sua innocenza, mentre ne parla con nostalgia Elisabetta Sgarbi, sua giovanissima compagna di “invenzioni” editoriali.
Un padre unico, infine, nelle parole di Anna Maria Sciascia che racconta l’uomo coltissimo e amoroso, e i giorni esaltanti vissuti tra viaggi e le estati indimenticabili alla Noce in un viavai di personaggi famosi.

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