Vi confessiamo che giammai saremmo tornati a scrivere di “Uomini e Donne”, su Canale 5, se l’estate 2023 non fosse stata folgorata dal caso Segre – Seymandi. È noto il gossip sui due esponenti della Torino chic, nello choc del party durante il quale il padrone ci casa comunicava l’annullamento del matrimonio a causa dei tradimenti subiti. Una storia, insomma, che potrebbe essere riassunta da Annalisa che canta «ho visto lei che bacia lui,…» e Luis Sal che dice a Fedez «Chiama la mamma chiama l’avvocato».
È noto anche che la trasmissione della De Filippi è da molti tacciata di trash per le liti fra coloro che si presentano per cercare l’anima gemella ma, dopo qualche esterna, a causa di devastanti incompatibilità, si rivolgono offese inversamente proporzionali al numero di incontri che hanno avuto per conoscersi.
I detrattori del programma deprecano la determinazione di mettersi in mostra scopo matrimonio, la ricerca dell’amore che comunque non disdegna un/una concupito/a con pensione e casa di proprietà, liquidano la trasmissione come esempio di tv di basso livello, sostanzialmente predisposta dagli autori per un pubblico di bocca buona.
Ebbene, il caso Segre – Seymandi dimostra che di fronte ai sentimenti, ai tradimenti e agli interessi economici non c’è distinzione di ceti sociali e che anche un party di classe può fare il pari con una puntata di Uomini e Donne.
Quando il video con la dirompente dichiarazione del festeggiato è diventato virale, si è capito chela festa da “esclusiva” era diventata “popolare”. Non è infatti, il numero selezionato degli ospiti, la circostanza, l’estrazione sociale o l’estratto conto bancario che può far rivendicare l’appartenenza alla “buona società”. Contano di più, a nostro avviso, fra altre virtù, l’educazione, la sensibilità, la capacità di saper gestire con sobrietà le proprie emozioni, la cultura dei sentimenti per il controllo delle pulsioni e della vendetta.
Dai giornali, poi, abbiamo letto la motivazione che il banchiere torinese ha dato al suo gesto eclatante, legata alla necessità di preservare la propria reputazione a fronte della capacità della ex fidanzata di raccontare i fatti in maniera distorta se non fantasiosa. Ma anche questa spiegazione, a nostro avviso, ci è sembrata molto vicina alle dinamiche di «Uomini e Donne», dove i partecipanti si affannano a spiegare il fallimento delle conoscenze intraprese, attribuendo all’altro o all’altra difetti, vizi, omissioni e quant’altro ha minato il rapporto. Con una sostanziale differenza: da Maria De Filippi in puntata c’è il contraddittorio pubblico fra gli ex, il caso di Torino è mediato dagli avvocati e… non è la stessa cosa.
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