Dalla tonaca al vestito nuziale. Achille Melegari ha pronunciato il fatidico sì dall’altra parte dell’altare rispetto a dove per trent'anni ha celebrato messa come prete in diverse parrocchie di Reggio Emilia. L’ex prete reggiano, 63 anni, nel 2017 aveva lasciato il sacerdozio dopo essersi innamorato di una donna conosciuta in parrocchia. Lei, Gerardina Bellassai, 62 anni - originaria di Salerno, ma da tempo a Reggio dov'è nota per essere stata a lungo la guida dei City Angels (il gruppo di volontari di strada che assistevano senzatetto, migranti, tossicodipendenti e prostitute) - ora è diventata sua moglie. Si erano già sposati sei anni fa in Comune, ma prima di poterlo fare anche in chiesa hanno dovuto aspettare la dispensa della Santa Sede per lui e l'annullamento delle precedenti nozze con l’ex marito dal tribunale ecclesiastico per lei. Arrivati i documenti hanno potuto sposarsi all’altare dell’oratorio Madonna della Neve di Cavola di Toano, sull'Appennino Reggiano. Un matrimonio celebrato in gran segreto dall’amico don Gigi Milani, con pochi invitati. Achille ha atteso la sua sposa vestito con un abito grigio perla e t-shirt bianca sportiva sotto la giacca. Gerardina è arrivata invece in total black. «Ho messo io l’abito talare stavolta», scherza "Dina", così come è sempre stata chiamata da tutti. «Finalmente abbiamo coronato il nostro sogno, il desiderio di sposarci in chiesa ci accompagna da tempo. Nonostante le cattiverie che abbiamo dovuto subire, siamo credenti e cattolici. Al bar del paese facevano le scommesse su quanto sarebbe durata la nostra relazione… L’amore però alla fine trionfa sempre e ora siamo pronti al partire per la luna di miele tra i fiordi del Mare del Nord col sogno di vedere l’aurora boreale insieme», hanno detto i due a Qn-il Resto del Carlino che ha raccontato la storia. «È stato emozionante tenere Dina per mano, guardarla negli occhi e dirle di sì», ha detto Melegari, il quale aveva dato l'addio alla missione pastorale con una lettera ai fedeli nella quale parlava della sua crisi spirituale dicendo di «non sentirsi più felice» col collarino. L’ex parroco crede sia giunto il momento di aprire ai preti la possibilità di sposarsi. "Non voglio e non mi sento di essere un simbolo - ha detto - ma se devo dire la mia, sono vicino al pensiero della Chiesa orientale: prima ti sposi e poi se ritieni opportuno ti ordini sacerdote. Come scrive San Paolo: 'quando il Signore chiama, rimani nella condizione in cui seì. Credo serva innalzare l’età per ricevere l’ordinazione, ci sono uomini che diventano preti troppo giovani e non sono abbastanza maturi per poterlo fare con coscienza. L’impianto di una parrocchia non è stato pensato per la vita di un prete sposato. In Italia ci vorrebbe una grande rivoluzione, ma credo non si sia ancora pronti».