Crime, saga familiare ed una narrazione a tinte forti i tratti salienti di «Maria Corleone», fiction prodotta da Taodue e Clemart e diretta da Mauro Mancini, che torna stasera in prima serata su Canale 5 con la terza e penultima puntata. Una serie che prosegue il tema delle storie di mafia, inaugurato dalla stessa Taodue con «Squadra antimafia – Palermo oggi» e «Rosy Abate», per proporre un nuovo e controverso personaggio femminile, Maria, cui dà volto l’attrice romana Rosa Diletta Rossi. Maria, giovane stilista palermitana che vive da anni a Milano, è indotta, a seguito dell’attentato al padre Don Luciano Corleone (Fortunato Cerlino), imprenditore in odore di mafia, e dell’uccisione del fratello Giovanni (il ragusano Vladimir Randazzo), ad abbandonare la nuova vita e il fidanzato procuratore Luca (Alessandro Fella) per intraprendere la strada della vendetta e tenere le redini delle controverse attività familiari. In un cast per la maggior parte siciliano anche due talenti messinesi, Federica De Cola e Beatrice Barrilà, e un calabrese, il cosentino Pierluigi Misasi.
Nuovamente in tv dopo «Vite in fuga» (Rai1) e la partecipazione ad «Esterno Notte» di Bellocchio, in «Maria Corleone» De Cola è Sandra, sorella della protagonista e direttrice amministrativa di una clinica ove vengono “ripulite” alcune questioni familiari e in cui lavora il marito chirurgo Antonio, interpretato dal palermitano Emmanuele Aita. «Sandra è invischiata in tutto e per tutto con la sua famiglia – racconta l’attrice – . Succube dei tradimenti di Antonio, è una donna infelice, col forte desiderio di una maternità mai arrivata. Quando le si presenta l’occasione di crescere il bambino di Maria sa di mettersi in una situazione delicata ma accetta l’accordo, diventando parte integrante della sua vita, al punto da difendere come una leonessa quello che considera il suo bambino».
Fondamentale la sintonia con Aita. «Abbiamo un background teatrale comune. Questo ha permesso di crearci i rispettivi spazi per costruire Sandra e Antonio e il loro rapporto di facciata, senza amore».
Nata a Catania ma messinese da sempre, già nel cast del film «Cattiva coscienza», Beatrice Barrilà è Nina, fidanzata di Stefano (il palermitano Vittorio Magazzù), fratello minore di Maria: «È una ragazza problematica e con una forte dipendenza dalle droghe, che aiuta Stefano a gestire una radio privata, dalla quale il giovane denuncia tutto l’ambiente mafioso di Palermo. Un ruolo molto più complesso rispetto ad altre produzioni ove ho interpretato l’ex fidanzata o la ragazza della porta accanto, Nina ha delle tinte molto scure».
Nei panni di Don Tano Tommasino, rivale di Luciano Corleone, il cosentino Pierluigi Misasi, visto nella prima serie Amazon Original «Bang Bang Baby». «Don Tommasino aspira ad un ruolo più alto nella gerarchia mafiosa – ci dice – . È un doppiogiochista e fra lui e Don Corleone c’è una gara al ribasso, al peggio, che per loro è il meglio». Un personaggio negativo che, come tutti i “cattivi”, va compreso nel modo di pensare, per interpretarlo al meglio. «Se nasci in una famiglia criminale sei abituato a vivere in una serie di disvalori che per te sono valori – aggiunge – . Falcone faceva proprio il discorso di entrare nella loro mentalità per trovarne i punti deboli e sconfiggerli. In parte anche l’attore fa questo lavoro quando deve rappresentarli». Nel cast anche l’attrice palermitana Aglaia Mora (Rosa, madre della protagonista), l’agrigentino Gaetano Aronica (il vicequestore Carmine Cutrera), il giarrese Bruno Torrisi (l’avvocato Corrado Salemi) e il bagherese Orio Scaduto (il capomafia Saro Zerilli). Partecipazione speciale di Tosca D’Aquino nei panni di Santa Nisticò, membro dell’omonimo clan ‘ndranghetista.
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