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La Memoria raccontata e disegnata

In libreria per la Giornata di oggi la storia di Ginette, 99 anni, a fumetti. Judith e la sopravvivenza come dovere di testimonianza. I tanti italiani che si opposero al nazismo

Sono tanti i libri che escono in coincidenza con la Giornata della Memoria, tra graphic novel, narrazioni, saggi.
È diventa un graphic novel – Testimonianza di una sopravvissuta ad Aushwitz-Birkenau (Becco Giallo, nella traduzione di Stefano Andrea Cresti) – la storia di Ginette Kolinka, deportata a Birkenau quando aveva 19 anni, una delle ultime sopravvissute della Shoah in Francia, il 4 febbraio compirà 99 anni, che porta tatuato sul braccio il numero di matricola 78599. A realizzare il fumetto è stata una giovane disegnatrice autodidatta Aurore D’Hondt, che ha portato avanti il progetto dopo aver sentito la testimonianza della Kolinka in un incontro a scuola. All’epoca Aurore aveva 19 anni, la stessa età di Ginette quando fu arrestata. «Per me è stato un vero schiaffo in faccia. Non potevo rimanere insensibile al suo discorso. Mentre ascoltavo la storia di Ginette non potevo fare a meno di pensare che gli anni che stavo vivendo le erano stati portati via nel modo più orribile possibile. Questo pensiero mi ha accompagnato durante tutta la creazione di questo fumetto», racconta all’Ansa Aurore D’Hondt che è stata incoraggiata dalla Kolinka a proseguire.
Sopravvissuta ai campi di concentramento dove è stata da aprile del 1944 a giugno 1945, Ginette Kolinka nata Cherkasky, che per molti anni è rimasta in silenzio, nella nota d’apertura si rivolge ai lettori ai quali dice: «È la mia storia, l’ho subita. Tanti sono morti (tutta la mia famiglia), non sono più tornati. Un odore non si descrive. Le percosse non potete sentirle. Io sì. Le ho ricevute. Non potete vedere colei che le subisce svenire ai piedi dell’aguzzina». Nato in collaborazione con la Fondazione per la Memoria della Shoah, candidato al prestigioso Premio Une Case En Plus 2024, il fumetto è una testimonianza visiva e narrativa cruda e asciutta e per questo ancora più incisiva, accompagnato anche da brevi schede storiche.
Le storie degli ebrei che si ribellarono alla violenza nazista entrando nella formazione della Resistenza, poco raccontate, vengono ripercorse da Loredana Frescura e Marco Tomatis in Judith (Giunti Biblioteca Junior), destinato ai ragazzi e alle ragazze dai 12 anni. Ispirato a testimonianze reali, a vite che hanno attraversato la Storia cercando di cambiarla, nel libro Judith, ragazza ebrea di 14 anni di un paesino della Polonia, venir rinchiusa nel ghetto insieme alla sua numerosa famiglia, allo scoppio della guerra. All’inizio la ragazza non si rende ben conto di ciò che sta accadendo intorno a lei, ma l’esperienza del campo di concentramento sarà solo il primo dei tanti soprusi che dovrà subire con la sua famiglia. Un giorno, vengono tutti riuniti davanti a una grande fossa. Mentre le persone intorno a lei cadono, Judith viene colpita di striscio. Sopravvivere a quella orribile strage per Judith ha un solo significato: dovrà testimoniare al mondo ciò che è accaduto. «Voglio giustizia. E potrà succedere solo se qualcuno di noi vivrà» viene raccontato nel libro. Frescura, autrice di oltre trenta libri per bambini, ragazzi e adulti e Tomatis, per anni sceneggiatore per fumetti per i disegni di Cinzia Ghigliano, hanno già scritto insieme una decina di libri tra cui «Con Il mondo nei tuoi occhi», con cui hanno vinto il Premio Andersen 2006.
La vera storia di Felix Kersten, il medico di Heinrich Himmler che salvò più di 100.000 persone di diverse nazionalità, fra cui sessantamila ebrei, mettendo a rischio la propria vita, viene ricostruita dallo storico francese François Kersaudy nel libro La lista di Kersten. Un giusto tra i demoni (Rizzoli, nella traduzione di Andrea Zucchetti). Kersaudy oltre ad aver studiato le «liste di Kersten» ha attinto ad archivi, memorie, diari, appunti e deposizioni dei principali protagonisti per restituire la storia di un uomo incredibile. Rinomato fisioterapista specializzato in massaggio terapeutico, alla vigilia della Seconda guerra mondiale Kersten riceveva i grandi d’Europa nei suoi studi di Berlino e L’Aia: magnati della finanza, dell’industria, della politica e della diplomazia. Nel 1939 la sua vita prende una svolta inattesa, quando gli viene chiesto di visitare Heinrich Himmler, il potente gerarca nazista, che fa di Kersten il suo insostituibile medico personale. Da parte sua, Kersten, sfruttando la fiducia e la gratitudine del fanatico carnefice, riuscirà a salvare dall’inferno nazista tantissimi prigionieri: una vicenda umana complessa e sorprendente in cui si intrecciano terrore, codardia, generosità, fanatismo ed eroismo.
E di salvezza parla Christian Jennings nel volume Gli italiani e la soluzione finale. Chi si oppose ai nazisti? E come? (Longanesi). Il primario del Fatebenefratelli di Roma, Giovanni Borromeo, che inventò una malattia infettiva altamente contagiosa, la Sindrome K, per salvare centinaia di ebrei dalla deportazione. Gino Bartali che consegnava messaggi ai partigiani nascondendoli nella canna della bicicletta. Suor Riccarda, che nascose intere famiglie in convento. Ha cercato le storie dei tanti italiani, spesso dimenticati, che con coraggio e determinazione hanno salvato la vita a molti ebrei lo storico e giornalista inglese Christian Jennings. È andato alla scoperta dei loro nomi e delle azioni incredibili che hanno compiuto, scavando negli archivi, attingendo a materiali spesso inediti in Italia, Germania, Vaticano, Svizzera, Regno Unito e Usa. Un grande lavoro di ricerca che è diventato un libro con 15 protagonisti principali tra i quali Riccardo Pacifici, Adriano Ossicini, Virginia Montalcini, Primo Levi, Clotilde Piperno e Augusto Segre. Il prologo del libro è «Una cartolina dal treno» con l’ultimo messaggio scritto alla sua famiglia dall’ebrea italiana Wanda Abenaim, tradita da una soffiata. Jennings mette in luce l’intraprendenza e il coraggio risoluto degli italiani quando Hitler diede l’ordine ai suoi ufficiali di attuare la «soluzione finale della questione ebraica».

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