Domenica 22 Dicembre 2024

"Senza dirlo a nessuno": quei ragazzi «dimezzati» che non sappiamo capire nel romanzo di Giorgio Scianna

«Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane», tagliato in due, «dimezzato» come il visconte di Calvino, e come il sedicenne Manish di «Senza dirlo a nessuno» (Einaudi), il bel romanzo di Giorgio Scianna, scrittore pavese che con le sue storie traccia una mappa antropologica dei rapporti tra le generazioni, si muove nel terreno minato delle famiglie, indaga nelle tristezze e nei silenzi dell’adolescenza, affrontando con la sua prosa piana ma di incalzante tensione narrativa la complessità delle questioni sociali. Si impara sin da bambini che nella vita reale, come nella finzione, niente è troppo nitido, niente è intero; e sicuramente quell’essere a metà sperimentato dal visconte calviniano, quell’essere incompleti dei giovani ma anche degli adulti, è un bene, un modo per incontrarsi sul terreno dei reciproci errori. E l’interezza è una condizione «ottusa e ignorante» (così Calvino) dalla quale è bene liberarsi, per capirsi e per capire. Manish è un ragazzo «dimezzato»: figlio di due genitori separati, lui, Kirti, fotografo indiano naturalizzato londinese, lei, Barbara, dermatologa italiana, che in Italia, a Genova, è tornata per vivere con il secondo compagno e i gemelli nati da lui. Manish invece, per una scelta “condivisa”, vive dall’età di sette anni con il papà a Londra, in una convivenza all’insegna della libertà che farebbe la gioia di qualsiasi adolescente. Così, un giorno d’estate, mentre il padre lo crede a scuola, Manish parte all’alba per arrivare a Roma dove in un parco del centro viene arrestato per spaccio insieme ad altri ragazzi. La mamma accorre subito ma si ritrova in una situazione strana: tutti i ragazzi vengono frettolosamente rilasciati con tante scuse come se nulla fosse accaduto. Perciò si ferma a Roma insieme al figlio, chiuso nel suo garbato silenzio, per capire e indagare. Cosa che fa con un avvocato italiano, scomodando ambasciate e “piani alti” dai quali è partito l’ordine di liberare i ragazzi. Trascorrono i giorni in una Roma surreale intorpidita dal caldo atroce, tra interrogativi sulle proprie scelte da parte dei genitori (anche il pacifico e acquiescente Kirti arriverà) e l’educato silenzio di Manish che vaga per la città in un’apparente vacanza. Ma, come spesso avviene nei romanzi di Scianna, se i ragazzi scelgono di non rispondere, allora è il momento che gli adulti si facciano qualche domanda, come faranno Barbara e Kirti, mentre rivedono il loro ruolo di genitori “aperti” e accomodanti. Quale sia il segreto dell’enigmatico Manish, che non fuma e non si droga, ancora incerto su chi vorrà essere nella vita, Scianna lo racconterà pagina per pagina, prendendo spunto, come sempre, da fatti reali anche se reinventati liberamente dallo scrittore. Ma la storia riguarda gli sbagli degli adulti quando una famiglia si rompe: non basta essere genitori onesti e seri come Kirti e Barbara, non basta avere rapporti “civili” nella coppia, bisogna non essere distratti, assumersi delle responsabilità nei confronti dei figli, meritare la loro fiducia, entrare nel rovo intricato dell’adolescenza.

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