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"Come pesci sugli scogli". Simona Moraci racconta l’età imperfetta, fatta di disperazioni e speranze

C’è sia l’amore romantico con la scoperta del sesso, sia quello violento e malato, c’è «una storia d’amore di resilienza», come dice la Moraci, e ce n’è un’altra indicibile, c’è il dolore di corpi offesi e per qualcuna c’è un’adolescenza distrutta

Tutti a modo loro infelici, a prescindere dalla condizione sociale o famigliare, divorati da quella imperfezione che segna spesso pesantemente il rapporto con la famiglia (anch’essa problematica), con il proprio corpo, con sé stessi, con gli amici, tutti «fatti di nodi», Chiara, Saverio detto Save, Luca, Claudio, Tilde, Nicole, Giulio nel 1998 frequentano a Messina il liceo scientifico: Chiara, sognante e complicata («che un po’ mi assomiglia», dice la Moraci, come «la sua famiglia assomiglia alla mia»), ragazza di buona famiglia che vorrebbe fare la scrittrice, al terzo anno del liceo, è attirata sia da Luca, figlio di un primario, bello quanto torbido, ultima classe del liceo, sia da Save, ricci ribelli e fisico prestante, figlio di un pescatore manesco e rozzo e di una mamma stanca e sciupata. Save è compagno di Luca che lo disprezza in quanto “pesciaro”, e di Claudio, che gli è amico sincero, benestante, con genitori anaffettivi, e con mille complessi a partire dal suo aspetto fisico. E ci sono le tensioni giovanili, i “figli di papà” che hanno molto e quelli dei quartieri periferici che hanno poco, i viziati e viziosi e gli altri né buoni né cattivi che stanno sul crinale tra bene e male. E c’è sia l’amore romantico con la scoperta del sesso, sia quello violento e malato, c’è «una storia d’amore di resilienza», come dice la Moraci, e ce n’è un’altra indicibile, c’è il dolore di corpi offesi e per qualcuna c’è un’adolescenza distrutta, con tante rotture all’interno di rotture definitive.
Sogni che si sono spenti senza consolazioni, autodistruzioni, ma anche nuove speranze, come per Chiara nella scrittura, dove può stare in compagnia di se stessa adolescente e ricordare com’era, piena di forza giovanile e di speranza per ciò che ancora doveva avvenire.

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