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Addio a Bill Viola, genio mondiale della videoarte

 

E' morto all'età di 73 anni per complicazioni legate all'Alzheimer Bill Viola, artista newyorkese noto in tutto il mondo per aver sperimentato la videoarte, realizzando opere uniche, considerate a tutti gli effetti dei capolavori dell’arte contemporanea.

L'artista di origini italo-americane è stato fra i primi veri sperimentatori delle nuove tecnologie, esplorando sistematicamente i limiti espressivi della videocamera e del microfono. Partendo dallo studio della musica elettronica, dalle potenzialità della performance art e dai film sperimentali, Viola ha realizzato lavori che, attraverso un nuovo linguaggio artistico, si rivolgono costantemente alla vita, alla morte e al viaggio intermedio, per poter indagare una più profonda conoscenza dell’uomo e il suo rapporto con l’ambiente, le influenze della filosofia orientale e occidentale, l’importanza iconica del mondo naturale e molte altre tematiche.

L'arte come esperienza del viaggio
L’esperienza del viaggio per Viola è stata fondamentale nello sviluppo del suo lavoro. Prendendo spunto dalle realtà che incontrava nei suoi viaggi in giro per il mondo con la moglie Kira Perov, tra gli anni Settanta e Ottanta, è riuscito a delineare il suo percorso artistico con la creazione di opere che avvolgono l’osservatore con composizioni e suoni, rappresentando le infinite possibilità della psiche e dell’animo umano.
Tra questi, fondamentali tappe sono i 18 mesi trascorsi a Firenze, dove incontra per la prima volta l’arte rinascimentale. Nel 1997, durante un progetto di ricerca del Getty, ha continuato a esplorare l’iconografia cristiana antica, con particolare attenzione all’immaginario medievale, rinascimentale e manierista in un dialogo continuo con pale d’altare, polittici e dipinti votivi di artisti antichi. Viola ha poi proposto una nuova composizione dell’immagine attraverso la costruzione di elaborate scene teatrali ispirate alla tradizione storico-artistica occidentale, cinematografica nel vero senso della parola, con ambientazioni, attori, scenografie, disegno luci, fotografia – e anche un regista.
Fuoco e acqua – elementi simbolici per il passaggio dalla vita alla morte, così come da questa vita all’altra; il mondo digitale; un mondo visivo immateriale; un’esistenza dipendente da impulsi di elettricità: tutto richiama alla mente la fragilità e la fugacità della natura umana.

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