Una Sicilia di inizio Novecento fra bellezze, mestieri antichi e tragedie al centro di un’interessante retrospettiva nell’ambito della quarantatreesima edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, prestigiosa manifestazione diretta da Jay Weissberg, fino al 12 ottobre nella città friulana.
Appuntamento imprescindibile per chi ama la settima arte, il festival propone infatti una rassegna curata da Elena Beltrami (Cineteca del Friuli) e Gabriele Perrone (Museo Nazionale del Cinema di Torino), per inaugurare un progetto pluriennale dedicato alle regioni italiane. Un excursus filmico con documentari (alcuni di autore e data ignoti) e un unico titolo di finzione, realizzato in collaborazione con archivi di Italia, Sudamerica e altri Paesi europei per trattare le tematiche “Paesaggio”, “Arti, mestieri e attualità”, “Vulcano, terremoto e tempeste” attraverso le omonime sezioni.
Si comincia col focus su natura e architettura a partire da “Sicilia illustrata” della torinese Ambrosio (1907), dove la cinepresa di Giovanni Vitrotti mette in risalto le bellezze di Messina, Taormina e Isola dei Ciclopi. Sempre da Torino, i titoli della Tiziano Film “Attraverso la Sicilia”, “Nella conca d’oro” e “L’industria dell’argilla in Sicilia”, realizzati da Piero Marelli nel 1920. Sguardo dall’interno con “Un giorno a Palermo” (1914) della produzione locale Lucarelli Film. Focus sui luoghi più rappresentativi del capoluogo siciliano in “Documentario su Palermo e la Sicilia”, datato tra il 1925 e il 1929. Le bellezze siciliane al centro anche dei titoli “Palermo und der Monte Pellegrino”, “Il Mare di Palermo”, “Monreale” e “Viaggio nell’Italia Meridionale da Siracusa a Taormina”.
Il racconto dei mestieri, introdotto dai lavori di Marelli, porta alla seconda sezione della retrospettiva, con le produzioni di Pathé, colosso del cinema francese, sulla fabbricazione dei carretti (“Fabrication des Charrettes Siciliennes” del 1910) e l’estrazione del sale (“Exploitation du sel en Sicile” del 1912). Quest’ultimo tema è anche al centro di “San Giuliano e le saline di Trapani” (1910), documentario Cines scoperto quest’anno a Buenos Aires dalla studiosa Lorena Bordigoni e restaurato per l’occasione. Da Pathé anche il racconto del funerale sfarzoso di un uomo molto ricco di Trecastagni, nel catanese (“Dispositions testamentaires”, 1927), della gara automobilistica sulle Madonie “Targa Florio” (“Course internationale d’automobiles”, 1923) e del torneo medievale per i mille anni di Palermo (“Un grand tournoi médiéval à l’occasion du millénaire de la fondation de Palerme et Sicile”, 1925). L’estrazione dalle rocce asfaltiche della Contrada Tabuna (Ragusa), avviata nel 1917 dall’azienda romana A.B.C.D. (Asfalti, Bitumi, Catrami e Derivati), con un cenno alla tragica condizione dei siciliani impegnati nell’impresa, al centro del film industriale “Le grandi industrie italiane. Miniere di asfalto in Sicilia”, restaurato dall’Istituto Luce.
Le catastrofi naturali dell’Isola come tematica della terza e ultima sezione della rassegna, con quattro degli otto film in programma dedicati al terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908: “Terremoto di Messina” e “Costruzione delle baracche a Messina”, entrambi diretti da Luca Comerio nel 1909, “Tremblemant de Terre Messine” (1909) e “Messina che risorge” (1910). La forza distruttrice del mare è invece al centro delle produzioni Pathé del 1926 “Palerme, Sicile. Une formidable tempête a battu la côte sicilienne occasionnant de nombreux dégâts” e “Sicile.Plusieurs navires ont été jetés à la côte au cours des dernières tempêtes”. Dedicati alle eruzioni vulcaniche dell’Etna “Vulkane in Tätigkeit” e “L’éruption de l’Etna”, entrambi del 1910. Completa l’excursus il film di finzione del 1919 “L’Appel du Sang” di Louis Mercanton, tratto dal romanzo “The Call of the Blood” di Robert Hichens ed ambientato, come il testo originale, a Taormina.
Caricamento commenti
Commenta la notizia