Un thriller poetico, dove ricerca della verità e scoperta delle proprie radici diventano un pretesto per sottolineare l’importanza della memoria e della buona giustizia. A otto anni da «I Cantastorie», il regista pachinese Gian Paolo Cugno torna al cinema con «Indagine di famiglia», in sala da domani con Marconi Entertainment, in collaborazione con Officine UBU.
Girato alternando il colore con il bianco e nero, presente e passato, il film racconta la vera storia degli Spada, famiglia contadina di Floridia (Siracusa), i cui membri maschi, alla fine dell’Ottocento, furono ingiustamente condannati per l’omicidio del Barone Dramonterre, ricco proprietario terriero, e rinchiusi nel carcere dell’Asinara. A compiere l’indagine è il giovane americano Nick (Michael Ronda), che da Hartford, nel Connecticut, parte alla volta della Sicilia per scoprire la verità sui familiari di sua nonna Maria (la catanese Maribella Piana), centenaria, emigrata in America nel dopoguerra e figlia di Nicolò (il floridiano Cristiano Torneo da giovane, il messinese Antonio Alveario da anziano), unico sopravvissuto alla dura prigionia. Un percorso tortuoso, fatto di omertà ed ostacoli, durante il quale il giovane incontrerà il vecchio scrittore Achille Marotta (il lentinese Pippo Pattavina) e l’archivista Daniela (l’acese Roberta Rigano).
Basato su fatti realmente accaduti, il film riporta un episodio di cattiva giustizia raccontato a Cugno da Gaetano ed Ettore Indomenico, produttori del film con Marconi Entertainment, imprenditori di Floridia che hanno fatto successo in America nel settore edile.
«Gaetano ed Ettore – racconta Cugno – volevano fare cinema e dopo aver visto i miei film mi hanno contattato per raccontarmi questa strana vicenda, che però andava approfondita per poter scrivere una buona sceneggiatura». Come il protagonista Nick, il regista ha così iniziato un lungo lavoro di ricerca e documentazione che ha portato alla scoperta di tutti i tasselli della storia: «Al Tribunale di Noto ho trovato i libri dei processi e piano piano, con l’aiuto di alcuni ricercatori, sono riuscito a rintracciare i documenti giusti. È emerso che in paese tutti sapevano dell’innocenza degli Spada, ma, come spesso accade, storie di questo tipo diventano leggende perché la gente muore o emigra».
Una storia lontana ma ancora oggi profondamente significativa: «Dietro ogni casa dei paesi del Sud Italia ci sono vicende di persone che non esistono più – prosegue il regista – Nick dice nel film che la memoria degli uomini sopravvive alle loro ossa. Il tema di “Indagine di famiglia” è proprio la memoria del passato e di ingiustizie che ancora oggi accadono, in cui i potenti hanno potere di vita e di morte sulla povera gente».
Ma la trama è anche un pretesto per mostrare una Sicilia antica, ricca di scorci e arte da riscoprire. Girato ad Hartford per la parte americana, il film è stato infatti realizzato a Floridia (Piazza Umberto I), Noto (Chiesa di Sant’Agata ed Ex Tribunale), Portopalo di Capopassero (Isola e Grotta Corruggi), Palazzolo Acreide e Canicattì. Numeroso cast per buona parte siciliano, che vede tra gli altri l’ericino Marcello Mazzarella (Sebastiano Spada), la catanese Manuela Ventura (Donna Anna, moglie di Sebastiano) e gli attori floridiani Erica Carpinteri (Vincenza Spada), Luca Mangiafico (Pietro Spada) e Sebastiano Lo Monaco, l’attore siracusano di Floridia scomparso lo scorso anno a 65 anni, nella sua ultima interpretazione nei panni del Barone Dramonterre. Nel cast anche Mariano Rigillo (Il giudice). Regista e cast presenteranno il film venerdì al cinema E Planet di Canalicchio (Catania), sabato all’Odeon di Avola e domenica al Politeama di Pachino.
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