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Chiara Gamberale alla ricerca del nostro tempo sparito: il nuovo romanzo della scrittrice romana

La Chiara di «Una vita sottile», romanzo d’esordio di Chiara Gamberale, scrittrice romana e conduttrice e autrice di programmi televisivi e radiofonici, è diventata una donna, una scrittrice nota, ed è madre single di Bambina, nata da una gravidanza che non era nei suoi piani né del papà della piccola dal quale vive separata. Chiara è la voce narrante di «Dimmi di te» (Einaudi), il bel romanzo in cui Gamberale s’inoltra ancora nel tunnel della ricerca del senso dell’amore come in qualcosa di perturbante, eppure di necessario per crescere e accettarsi.
E così, «dopo averne trascorso almeno trenta a contestare l’impalcatura della famiglia», Chiara a quarant’anni accoglie l’aiuto dei suoi genitori e va ad abitare nel “Quartiere Triste” a Roma, un quartiere “bene” di persone “normali”. Dopo un’adolescenza trascorsa alla Garbatella, da studentessa del liceo Socrate, anni spezzettati da inquietudini, emozioni esaltanti e infelicità, condivisi con l’amica del cuore Grazia, ora, per Chiara, ritrovarsi in quel quartiere quieto in cui la quotidianità è dedicata alla cura incondizionata di sua figlia, pare un vivere incolore. Vorrebbe un allineamento di pensieri e sentimenti come sognava da ragazza e, benché sia riuscita ad avere una figlia in circostanze adolescenziali, benché sappia che in amore siamo tutti difettosi, non ha ancora imparato cosa è una coppia, né come funziona.
Chissà, forse bisogna sollevare il capo dalle quisquilie, come ripete suo padre, e atterrare nella realtà, anzi nell’«attualità», ma davvero, si chiede Chiara, crescere, diventare adulti, è ritrovarsi in una palude in cui l’unica “certezza” è la coazione a ripetere di gesti e abitudini? Oppure, al contrario, bisogna accettare il cambiamento, avere il coraggio di scegliere affrontando dubbi, errori, paure, speranze e andando oltre il “romanzesco” che c’è in ogni inizio e in ogni fine delle nostre esperienze?
Un giorno Chiara incontra per caso, nel “quartiere Triste”, Raffaello, un ex compagno di liceo sposato con Giovanna e con due figli. Così inizia la sua inchiesta contattando e incontrando quelli che erano i miti dei suoi anni di ragazza nel pieno dell’uragano delle trasformazioni: cosa sono diventati il ribelle, l’ambiguo, l’anarchico, la più bella di tutte, il rappresentante d’istituto, il bravo ragazzo di cui lei era silenziosamente innamorata ma per il quale era solo una cara amica? «Marciano in una palude»? Sono «la bacinella per il vomito di qualcun altro» o sono rimasti all’altezza dei loro sogni? Dove hanno messo la rabbia, le ossessioni, la follia dei loro giorni giovani?
Con la sua scrittura intimistica, la famiglia sempre sotto la sua lente d’osservazione, raccontando tra passato e presente chi inciampa, chi fa confusione, chi si perde ma anche chi riemerge, la Gamberale fa riecheggiare tutto quello in cui chiunque di noi può ritrovarsi: i misteri delle relazioni, le trappole dell’adolescenza, i segreti oltre le apparenze, le smodatezze, la giostra dell’amore, lo scompiglio dei corpi.
Forse non bisogna pretendere che le cose si risolvano, potrebbero non risolversi affatto, ma si può ricominciare, anzi ricominciarsi.

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