Il conflitto di Elettra, la metamorfosi di Edipo e la rivoluzione di Lisistrata. La Fondazione Istituto Nazionale del Dramma Antico celebra la stagione numero 60 dal 9 maggio al 6 luglio al teatro greco di Siracusa. «Ognuno dovrebbe recarsi almeno una volta nella vita a Siracusa per nutrire la propria anima e reiterare la contemporaneità del mito» dice il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, presentando la nuova stagione. Due tragedie di Sofocle, Elettra, diretta da Roberto Andò, nella traduzione di Giorgio Ieranò; Edipo a Colono, per la regia di Robert Carsen nella traduzione di Francesco Morosi; una commedia di Aristofane, la Lisistrata diretta da Serena Sinigaglia nella traduzione di Nicola Cadoni, e infine, uno spettacolo moderno di danza musica e poesia, con la nuova creazione originale di Giuliano Peparini tratta dall’Iliade da Omero, con testi scelti e tradotti da Francesco Morosi. «La scorsa stagione - dice ancora il ministro Giuli - ha superato ogni record con 170mila biglietti venduti per un incasso di 5 milioni di euro, grazie ai quali il bilancio è fatto per l'oltre l' 80 per cento da ricavi propri». In sei anni il valore delle produzioni «è passato da 3 a 8 milioni di euro».
Aprirà la stagione Roberto Andò, al suo debutto (nel 2018 aveva diretto Andrea Camilleri in Conversazione su Tiresia), con l’Elettra di Sofocle (musiche di Giovanni Sollima). Elettra sarà Sonia Bergamasco, Clitennestra Anna Bonaiuto, Oreste Roberto Latini. È una coproduzione con il Teatro di Napoli, in scena fino al 6 giugno, per poi andare in tournée a Pompei il 10, 11 e 12 luglio. «Elettra è un’eroina del dolore - spiega Andò -. Sofocle affida tutto alla sfera delle emozioni: Elettra teorizza la sua sofferenza. Potrebbe essere un personaggio della disobbedienza di oggi. Sofocle disegna una solitudine estrema. Come una moderna figura della depressione, Elettra non fa altro che esibire le proprie emozioni».
Il manifesto della Stagione rappresenta un’opera inedita dell'artista Giulio Paolini. «La messinscena di Andò rappresenta la reggia con una spazio di desolazione per rappresentare la solitudine di Elettra - spiega il consigliere delegato Marina Valensise -. Una tragedia della vendetta e della solitudine, e il conflitto è interiorizzato. Non esterno come solitamente accade nelle tragedie. Abbiamo registi di grande competenza e anche quest’anno traduzioni nuove».
Torna, dopo il successo del suo Edipo Re nel 2022, Robert Carsen, per dirigere Edipo a Colono (le musiche di Cosmin Nicolae). «Si tratta di un’opera poetica, elegiaca, non guidata dalla paura o dall’ansia – spiega Carsen in collegamento da Berlino -. C’è qualcosa di molto sacro: è come se assistessimo alla metamorfosi di un uomo che si sta liberando dagli obblighi politici e sociali, dalle necessità e dalle ambizioni, per diventare un tutt’uno con la natura e ciò che lo circonda». Giuseppe Sartori torna a interpretare Edipo, mentre esordisce al Teatro Greco nel ruolo di Antigone Fotini Peluso, Massimo Nicolini sarà Teseo. In scena dal 10 maggio al 28 giugno. E il prossimo anno Carson sarà sempre a Siracusa per completare la trilogia con Antigone.
La Stagione teatrale sarà più inclusiva, come ha spiegato il presidente dell’Inda, il sindaco Francesco Italia: «Grazie agli interventi di rimozione delle barriere architettoniche il Teatro sarà più accessibile. Il pubblico straniero potrà seguire in diretta gli spettacoli nella traduzione simultanea in inglese, francese e spagnolo; offriremo le traduzioni dei testi in ebraico e in arabo. Attraverso l’utilizzo di visori chi ne avrà bisogno potrà seguire gli spettacoli nella Lingua dei segni italiana».
Il 13 giugno debutta Serena Sinigaglia che dirige Lisistrata di Aristofane, in scena fino al 27 giugno con la nuova traduzione di Nicola Cadoni musiche di Filippo Del Corno. Torna a Siracusa, Lella Costa. “Lisistrata - dice Serena Sinigaglia - si regge su un presupposto terribilmente serio e grave, qualcosa che affligge da sempre l'umanità: la guerra. Lisistrata è un’eroina tragica che propone una rivoluzione». Lo spettacolo andrà in tournée a Pompei, il 19, 20 e 21 luglio e al Teatro Romano di Verona, l’11 e il 12 settembre.
Dal 4 al 6 luglio, in anteprima mondiale, Giuliano Peparini torna con L’Iliade, su testi scelti e tradotti da Francesco Morosi. Coprodotto con il Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, lo spettacolo di musica, danza e poesia, vedrà il debutto nel ruolo dell’Aedo di Vinicio Marchioni; Giuseppe Sartori sarà Achille mentre Giulia Fiume interpreterà Andromaca. «L’Iliade è il testo più antico della cultura europea, ma è anche il più contemporaneo – spiega Giuliano Peparini in collegamento da Macao -. Iliade parla di noi, delle nostre speranze e delle nostre tragedie. È ambientata in una prigione di massima sicurezza. Uno spazio chiuso senza vie di fuga. C’è un parallelo tra Iliade e il carcere: conflitto senza fine; il codice d’onore e la vendetta; le gerarchie rigide; la distruzione». Lo spettacolo coinvolgerà oltre 80 artisti tra i quali anche gli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico e della Peparini Academy. La parte musicale è affidata a Peppe Vessicchio.

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