
Se dalle nostre parti le librerie scarseggiano e le biblioteche non hanno né sufficiente patrimonio librario né strutture adeguate, ci possiamo meravigliare che, in un Paese in cui complessivamente si legge poco, nel territorio Sud-Isole si legga ancor meno rispetto al Centro-Nord? I risultati della ricerca statistica, condotta dall’Aie (Associazione italiana editori) negli ultimi mesi del 2024, sono stati presentati a Napoli (ospitalità della Fondazione Banco di Napoli) nel convegno intitolato con ottimismo «Per una primavera della lettura nel Sud», ma di certo non inducono ad altrettanto ottimismo nel futuro prossimo. Tuttavia l’aver chiamato a raccolta istituzioni nazionali e locali, privati, terzo settore, mondo delle scuole, librerie, dà l’idea di un proposito concreto per cambiare le cose.
Solo una collaborazione ad ampio raggio, in termini sia economici sia organizzativi, può dare una vera speranza. Tra le altre, c’è una ragione interessante: «I dati che abbiamo raccolto indicano come il terzo settore, il volontariato culturale, le Fondazioni – ha detto Florindo Rubbettino, presidente dell’omonima casa editrice calabrese e delegato della presidenza di Aie al Sud – sono soggetti già attivi nel sostegno alla lettura», tanto che sono le sole voci positive nelle percentuali della ricerca. «Uno strumento che potrà essere rafforzato con politiche di sostegno mirate. Servono alleanze su impegni concreti. Tra pubblico e privato, e nel pubblico tra ministeri (della Cultura, dell’Istruzione, delle Imprese e del Made in Italy), Regioni e comuni, e nel privato tra imprese (editori e librerie in primis) e no profit (dalle Fondazioni all’associazionismo culturale)».
Quali sono dunque i dati della ricerca che, come ha sottolineato Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Aie, presenta la novità di avere accostato i dati di lettura a quelli delle infrastrutture? Indagando sulla popolazione dai 15 anni in su in Sud e Isole (accorpando Basilicata e Calabria, oltre che Abruzzo e Molise) è risultato che i lettori (di qualsiasi tipo di libro, compresi ebook e audiolibri, esclusi quelli di studio) siano il 62% della popolazione, ben il 15% in meno rispetto al Centro-Nord (77%, mentre la percentuale nazionale è del 68%). Numeri diversificati ulteriormente regione per regione: dal 60% della Campania al triste 56% della Sicilia, passando per il 58% di Basilicata e Calabria. Desta però sorpresa, quando si passa ai risultati per età, il fatto che la fascia che legge di più è tra i 15 e i 17 anni, addirittura l’86%: ben il 24% più della media generale. Le cose peggiorano con l’età, fin ad arrivare al misero 46% degli over 75. La scuola sembra dunque esercitare ancora un ruolo, nonostante biblioteche scolastiche insufficienti e talvolta anche personale. Perché ci si perde per strada? Le ragioni sono varie: libri che costano troppo; la non abitudine giovanile a leggere testi complessi; la mancanza di infrastrutture, con poche librerie e biblioteche e un numero insufficiente di eventi culturali. Da segnalare la singolarità che nel Sud-Isole si comprano libri in edicole e cartolibrerie per il 24% (14% nel Centro-Nord). Si tratta di esercizi commerciali a rischio, eppure si è sottolineato che non c’è il libraio o il bibliotecario che possano aiutare il lettore. Intendiamoci, è vero che il bibliotecario attivo e attrattivo (in estinzione) esercita un ruolo fondamentale, ma Rubbettino ha detto chiaramente come anche questi esercizi meritino aiuto, perché spesso coprono piccoli comuni, dove altrimenti non arriverebbe un libro, a parte gli acquisti online.
Nel suo messaggio, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha ricordato il recente decreto che sosterrà biblioteche e nuove librerie per 34 milioni di euro. Un’iniziativa fondamentale, apprezzata dall’Aie che però, come ha ricordato Cipolletta, deve favorire le regioni che ne hanno più bisogno, appunto quelle del Sud-Isole. Impossibile dar conto di tutti gli interessanti interventi, ma uno merita attenzione: Chiara Faggiolani, docente di Biblioteconomia dell’Università La Sapienza, ha ricordato una recente ricerca per cui l’aspettativa di vita in buona salute è 61 anni nel Trentino contro i 51 nella Calabria. Uno dei perché sono le determinanti sociali, fra cui c’è la lettura che, per l’Oms, fa parte del benessere. Nuove biblioteche significano costruzione della salute, come è emerso in un recente convegno dell’Istituto Superiore di Sanità. Insomma, più leggerete e più starete meglio.
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