
“Caro fratello, viva la poesia!... Dobbiamo recuperare il gusto per la letteratura nella nostra vita, ma anche nella formazione altrimenti siamo come un frutto secco. La poesia ci aiuta tutti a essere umani, e oggi ne abbiamo tanto bisogno” questo scrive papa Francesco in un messaggio a padre Antonio Spadaro per il recentissimo libro di Francesco “ Viva la poesia!” edizioni Ares, presentato venerdì a Roma in occasione della Giornata internazionale della poesia. Una poesia, quella a cui è legato il Pontefice, come lettore appassionato ed ecclettico, come insegnante (docente di letteratura al Liceo gesuitico del Colegio de la Inmaculada Concepción di Santa Fe) e come Pastore, citata di sovente anche nei documenti del magistero pontifico e altre fonti a cui ha attinto il curatore del libro, come Lettere ed Esortazioni apostoliche, Discorsi, prefazioni, interviste, videomessaggi .
È una poesia attaccata alla pasta della vita, al bisogno dell’uomo di un Mistero che ci sovrasta ma anche dà un nome alle cose palpabili nell’ordito feriale dell’esistenza. “Vedi? Il romanzo, la letteratura legge il cuore dell’uomo, aiuta ad accogliere il desiderio, lo splendore e la miseria. Non è teoria.” (Nei tuoi occhi è la mia parola. Omelie e discorsi di Buenos Aires 1999-2013, Rizzoli). Una poesia che parla a tutti, non un esercizio stilistico o hortus conclususper eruditi .
Dice bene Antonio Spadaro, gesuita messinese, saggista fecondo, critico letterario ( laurea all’Università di Messina), Sotto-segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, nell’approfondito saggio introduttivo agli scritti di Francesco,per cui“Leggere un testo letterario significa fare esperienza della vita... rapporto con la realtà, che è fondamentale per la fede. Leggere è“una palestra dove allenare lo sguardo che esercita a vedere attraverso gli occhi degli altri”. Lo scrive il Papa pure nella prefazione a una raccolta di poesie di Osvaldo Pol: “La parola poetica ha dimore di carne nel cuore dell’uomo”. Risuonano le parole di grandi come Czeslaw Milosz “Sono solo un uomo ho bisogno di segni sensibili, costruire scale di astrazioni mi stanca preso” o Mario Luzi :“Cantami qualcosa pari alla vita”.
Questo libro prezioso riporta la concezione di Bergoglio della poesia come un sestante che aiuta ad aprirsi, comprendere il mondo nella sua complessità e nelleprofondità dell’ io :“La letteratura ha così a che fare, in un modo o nell’altro, con ciò che ciascuno di noi desidera dalla vita, poiché entra in un rapporto intimo con la nostra esistenza concreta, con le sue tensioni essenziali, con i suoi desideri e i suoi significati.”(Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti alla prima assemblea plenaria del Dicastero per la Cultura e l’Educazione.)Vengono in mente le parole di Davide Rondoni a giovani poeti ( Firenze 2023) : “Scrivete cose che valgano dinanzi alle sofferenze delle persone, che valgano dinanzi al miracolo delle stelle che non avete creato ...Credete nella parola che crede nella vita e la anima, la serve, la invoca, la osserva, la patisce, la ama. Siate contro questa epoca che nega le evidenze e il sacro della realtà in favore delle astrazioni”. Riporta P. Spadaro un passo della prefazione scritta da Francesco al suo libro Una trama divina. Gesù in controcampo, ed. Marsilio: “Abbiamo bisogno della genialità di un linguaggio nuovo, di storie e immagini potenti, di scrittori, poeti, artisti capaci di gridare al mondo il messaggio evangelico, di farci vedere Gesù”. Ma quali sono stati gli autori che ha letto e su cui si è anche formato J.M.Bergoglio? Amante dei classici universali e degli autori piùcontemporanei, ha una familiarità con i sudamericani come- su tutti-L. Borges, poi Paz, Hernández, Güiraldes, Pemán, Marechal,Cortázar. Tra gli autori europei Dostoevskij ( I fratelli Karamazov e Memorie dal sottosuolo «un gioiello» ).
Poi T.S. Eliot, Hölderlin,Benson (Il padrone del mondo ) Malègue e J.R.R.Tolkien :“Riprende in Bilbo e in Frodo l’immagine dell’uomo chiamato a camminare, e i suoi eroi conoscono e agiscono, camminando, il dramma che si scatena tra bene e male. L’“uomo in cammino” denota una dimensione di speranza” ( Nei tuoi occhi è la mia parola). Il Papa ha una predilezione per Dante e Manzoni autore letto da sempre nella sua famiglia, italiana.
Su Dante nella lettera Candor lucis aeternae :“L’Autore del poema ci chiede di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e la dignità”. Su Manzoni, in un’intervista del 2013: “Ho letto il libro I promessi sposi tre volte e ce l’ho adesso sul tavolo per rileggerlo. Manzoni mi ha dato tanto. L’opera di Manzoni è il romanzo della «gente meccanica e di piccolo affare» che diventa strumento della Provvidenza divina”. Con il suggestivo messaggio di Francesco nella Lettera ai poeti si può chiudere questa incursione nell’orizzonte della poesia a cui ci ha rimandato questo bellissimo volume :“Cari poeti, so che avete fame di significato, e per questo riflettete anche su come la fede interroga la vita. Grazie per il vostro servizio alla nostra umanità... Continuate a sognare, a inquietarvi, a immaginare parole e visioni che ci aiutino a leggere il mistero della vita umana e orientino le nostre società verso la bellezza e la fraternità universale.”
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