
Le parole come ponti. Per varcare le soglie senza violarle. Per abitare come spazio comune ogni frontiera»: è questo il messaggio portante di Taobuk 2025, il Festival appena concluso a Taormina dopo sei intense giornate scandite da oltre 80 eventi con più di 200 ospiti internazionali da 30 Paesi. Un Festival «che ha attraversato il tema dei confini per riaffermare quanto sia irrinunciabile – e possibile – il rispetto reciproco», ha affermato la presidente e direttrice artistica Antonella Ferrara, che ha annunciato le date della prossima edizione, la numero 16: dal 18 al 22 giugno 2026.
Prestigiosa la rosa dei premiati, intervenuti al Taobuk Gala che sarà trasmesso su Raiuno questa sera alle 23.15 e che è stato condotto da Ferrara e da Massimiliano Ossini, con la colonna sonora affidata anche quest’anno all’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, guidato dal sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano, coproduttore musicale della serata. Sul podio la direttrice d’orchestra Gianna Fratta. Il Taobuk Award for Literary Excellence è stato consegnato a Peter Cameron, Amélie Nothomb, Zadie Smith e a Susanna Tamaro. Per le arti visive all’artista cinese Ai Weiwei. Per il cinema all’attrice e attivista Whoopi Goldberg, a Monica Guerritore e Pierfrancesco Favino; per la musica al soprano Jessica Pratt, al pianista Ramin Bahrami e alla cantautrice Paola Turci; per la danza al primo ballerino dell’Opéra di Parigi Andrea Sarri e il Centro Coreografico Nazionale / Compagnia Aterballetto.
Javier Cercas, Gioconda Belli, Yasmina Khadra e tanti altri grandi autori e autrici hanno offerto narrazioni capaci di oltrepassare le barriere geografiche, culturali, individuali. Tra i momenti più intensi, la celebrazione dei 70 anni della Conferenza di Messina e Taormina, con la presenza di 36 Ministri degli Esteri e una riflessione su un Mediterraneo tornato al centro delle grandi questioni global, e la prima edizione del Premio Strega Saggistica, assegnato a Anna Foa per «Il suicidio di Israele» (Laterza) e, nella sua versione internazionale, a Anne Applebaum , accendendo un dibattito necessario sul pensiero critico come bussola per orientarsi nel nostro tempo.
«Grazie – ha concluso Ferrara – agli ospiti che hanno portato visioni, rigore, passione. Grazie ai curatori, ai moderatori, al comitato scientifico, per l’intelligenza generosa con cui hanno tracciato il percorso. E grazie, soprattutto, al pubblico: attento, partecipe, curioso. Infine, grazie alle istituzioni, ai partner, alla comunità civile e artistica: ci congediamo da questa edizione proiettati già avanti. Perché ogni confine, se attraversato insieme, può diventare un nuovo inizio».

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