Sono meno di 20.000 le donne che nei primi nove mesi del 2018 sono riuscite ad andare in pensione di vecchiaia, meno di un terzo di quelle che sono andate nello stesso periodo del 2017: il dato, fotografato dall’Inps, è il risultato del nuovo aumento dei requisiti per la vecchiaia che ha portato all’inizio del 2018 l’età per l’accesso alla pensione a 66 anni e sette mesi, al livello degli uomini.
E la strada per l'uscita dal lavoro resterà stretta anche nei prossimi mesi dato che dal 2019 scatterà il passaggio a 67 anni, uno scalino che non sarà messo in discussione della manovra di bilancio a differenza di quanto accadrà per i contributi per la pensione anticipata.
Con il crollo dei pensionamenti di vecchiaia l’età media per l’accesso alla pensione (media tra vecchiaia e anzianità) è diminuita passando da 64,1 anni dei primi nove mesi 2017 a 63,9. Se i dati di flusso mostrano un calo complessivo delle nuove pensioni del 23% a 349.621 per le pensioni previdenziali e gli assegni sociali liquidati nei primi nove mesi del 2018, i dati sulle pensioni vigenti a fine 2017 mostrano una sostanziale stabilità a quasi 23 milioni (+0,1%) di assegni per 286,9 miliardi di importo complessivo (+1,6%).
I pensionati sono 16 milioni per 1,4 pensioni a testa in media ma per sei milioni (il 37,5% del totale) il reddito complessivo da pensione è inferiore a mille euro (per due milioni inferiore a 500 euro). Il 64% dei pensionati con meno di mille euro al mese (3,85 milioni) è rappresentato da donne. Tra le donne pensionate il 45,9% ha meno di 1.000 euro al mese mentre la percentuale scende al 28,2% tra i maschi.
Le persone che possono contare su oltre 5.000 euro lordi al mese sono 266.180 (l'1,7% dei pensionati totali) in stragrande maggioranza (80,8%) uomini. Sebbene le donne rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52,5%), gli uomini percepiscono il 55,8% dei redditi pensionistici: l’importo medio dei trattamenti percepiti dalle donne è inferiore rispetto a quello degli uomini del 28% (15.078 contro 20.986 euro). La spesa pensionistica italiana relativa al 2017 si distribuisce per il 50,8% nelle regioni del Nord, per il 27,9% al Sud e per il restante 21,3% a pensionati residenti al Centro. Nel Mezzogiorno il numero dei pensionati con redditi da pensione inferiori ai 1.000 euro sono il 46,2% del totale, mentre al Nord sono il 30,1% e al Centro il 34,1%.
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