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Università, gli studenti denunciano: la manovra ci penalizza

Studenti in un'aula universitaria (foto d'archivio)

«Nella Legge di Stabilità, l’articolo 78 prevede che le risorse per coprire il fabbisogno delle università dovranno crescere nella stessa misura del Pil reale. Ciò significa che il Fondo del Funzionamento Ordinario potrà aumentare solo in percentuale uguale alla crescita del prodotto interno lordo, che secondo l’ISTAT é in rallentamento nel 2018.

Il Governo si dimentica che per la crescita del nostro Paese è necessario finanziare il fabbisogno delle Università: solo dall’aumento dei fondi su istruzione e ricerca può partire una crescita di lungo periodo. Secondo le nostre stime, in tre anni il Fondo di Finanziamento aumenterebbe tra i 200 e i 300 milioni, mancherebbero quindi i fondi necessari alla grave situazione attuale e mancherebbe il ripristino di un miliardo e mezzo sottratto con i tagli Tremonti e Gelmini e mai ripristinato successivamente».

A sostenerlo è Alessio Bottalico, Coordinatore nazionale di Link Coordinamento universitario.
Per Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, «si decide di non invertire la rotta sull'alternanza: mentre gli studenti devono pagare i percorsi per la mancanza di fondi, e le scuole sono costrette ad organizzare percorsi non formativi e piegarsi alle aziende a causa della mancanza di laboratori e di tutor scolastici formati, i finanziamenti vengono drasticamente ridotti per 56,5 milioni, pari al 58,2%.

Il ministero cambia il nome all’alternanza in Percorsi per le competenze trasversali ma non il contenuto: per rendere attuabile il Codice Etico che abbiamo proposto al governo, sono necessari fondi per coprire tutte le spese oggi a carico degli studenti e rendere i percorsi gratuiti, sono necessari fondi per la formazione continua dei docenti che dovranno fare da tutor e fondi per i laboratori all’interno delle scuole oggi assenti o inadatti. C'è quindi bisogno di un sostanziale aumento dei fondi
per questa metodologia didattica, mentre dal Governo riceviamo solo tagli giustificati con la riduzione delle ore».

Infine, Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza, conclude: «Non vediamo alcun cambiamento, anche questo Governo decide di non investire sul futuro del Paese. Abbiamo presentato al ministro Di Maio un piano di investimenti da 7 miliardi l'anno per compensare il sottofinanziamento dell’Istruzione e della Ricerca, allineandoci agli altri grandi Paesi europei». Gli studenti annunciano che torneranno in piazza in tutta Italia il 16 novembre.

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