Pensioni, Boeri: "Troppe promesse, l'Inps non sia parafulmine". Salvini e Di Maio: quota 100 si farà
«Sulla quota 100 troppe promesse e conti sbagliati». Tito Boeri, presidente dell'Inps, lancia l'allarme in un'intervista al Corriere della Sera. «L'Italia ha chiuso una campagna elettorale nove mesi fa con promesse impegnative - abolire la povertà, cancellare la riforma Fornero - e da allora la narrazione di chi ha le leve del potere non è cambiata - spiega Boeri - uno pensa che a un certo punto si scenda con i piedi per terra e si obblighi tutti a misurarsi con i vincoli. Invece, si ribadisce di continuo che le misure promesse partiranno l'anno prossimo». L'economista teme che l'istituto - i cui dipendenti «negli uffici territoriali subiscono quotidianamente aggressioni, al punto che, Salvini lo sa bene, abbiamo dovuto chiedere di rafforzare la sorveglianza davanti alle sedi» - faccia da «parafulmine per reazioni a promesse non mantenute». Boeri spiega che su 'quota 100', «il governo ci ha chiesto delle simulazioni e ne abbiamo fatte tantissime. Tutte implicano per forza che ci sia un forte incremento della spesa nei primi anni. Insomma - aggiunge - in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. L'idea di una dotazione piatta e costante a sette miliardi l'anno non è minimamente supportata», ma «quando ho sollevato il problema, ho avuto solo aggressioni verbali e tentativi di screditarmi». E a una domanda sugli inviti a dimettersi, Boeri risponde: «Se il presidente del Consiglio mi convocasse e mi dicesse che non c'è più fiducia in me, non aspetterei un minuto di più. Lascerei. Ma non posso farlo per un tweet». Alle parole del presidente Inps ha risposto il vice premier Luigi Di Maio: «Eviterei allarmismi inutili. Quota 100 si farà», ha detto il leader del M5s ai giornalisti. Non si è fatta attendere anche la replica dell'altro vice premier, Matteo Salvini: «Boeri è da mesi in campagna elettorale, magari sfiderà Minniti alle primarie del Pd», ha commentato il numero uno della Lega. « L'Italia è un Paese strano - prosegue Salvini - qui dei funzionari pubblici e dirigenti pubblici che dovrebbero fare l'interesse pubblico, possono avere simpatia o antipatia per un ministro e per un governo e fanno contestazioni politiche, dicendo che la legge Fornero è bella e non si tocca». «Sono orgoglioso che questo sia un governo che passa dalle parole ai fatti, c'eravamo impegnati con gli italiani a smontare una legge ingiusta come la legge Fornero e in questa manovra economica ci sono i primi miliardi di euro per uscire dalla gabbia di questa legge», ha concluso il leader del Carroccio.