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L'Italia "svende" il suo sale: un chilo di quello himalayano vale 19 volte il nostro

L’Italia svende il suo sale. E dimostra di non saper neanche valorizzare il commercio di questo ingrediente primario al punto che un sale Himalayano, di successo per il caratteristico coloro rosato, arriva a valere 50 euro al kg, mentre il migliore sale italiano marino costa mediamente 3 euro al kg. È quanto lamenta Giampietro Comolli, esperto di food&wine economy e ricercatore sul sale.

Il sale italiano da tavola, spiega l’analista, «ha caratteristiche particolari, sia esso marino o salgemma come quello di Volterra, ed è ingrediente indispensabile di stranote produzioni Dop come il Prosciutto di Parma, di Modena e di San Daniele». L’Italia sta inoltre rischiando di far passare in mani straniere le saline di Margherita di Savoia, in Puglia, le più grandi d’Europa con 500 ettari vasche.

Tra gli operatori c'è allarme per la recente assegnazione tramite asta del credito vantato da un gruppo bancario nazionale su Atisale-Salapia spa, pari a circa 16,7 milioni di euro, alla multinazionale francese Salins spa.

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