Lunedì 23 Dicembre 2024

Ottobre in positivo per la produzione industriale, ma gli economisti frenano l'entusiasmo

Grafici degli economisti

Tornano segnali d’espansione dalla produzione industriale, che dopo tre trimestri consecutivi in negativo quest’anno, a ottobre rivede il segno più. Ma i dati suggeriscono prudenza, e gli economisti vedono una fine d’anno stretta fra una stagnazione e un’espansione molto bassa che non preannunciano un 2019 roseo. La produzione industriale - ha comunicato l’Istat - è salita dello 0,1% a ottobre rispetto al mese precedente (+1% su base annua), trainata dai beni di consumo (+1,3% su mese) ma appesantita dall’energia (-3%) e dai beni intermedi (-0,3%). Meglio, dunque, dopo il -0,1% di settembre, e soprattutto dopo tre trimestre di fila col segno meno, -0,3% tra gennaio e marzo, poi -0,2% e -0,1%. Il dato, inoltre, ha stupito, in positivo, gli economisti, che avevano previsto, nella media di un sondaggio Bloomberg, un calo dello 0,3% a ottobre. Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione cresce dell’1,7% rispetto all’anno precedente, mentre l’incremento tendenziale di ottobre è il secondo consecutivo dopo le flessioni di luglio e agosto. Un segnale di fine anno incoraggiante per il governo. Perché se, al contrario, la crescita negativa del Pil del terzo trimestre (-0,1%) si dovesse trascinare anche al quarto, l'Italia sarebbe l’unica fra le principali economie mondiali a tornare in recessione conclamata. Con l’aggravante che l’effetto di trascinamento sul 2019 metterebbe una pietra tombale sulle previsione di crescita alla base della manovra (1,5%), già ritenuta molto difficile (per alcuni fuori portata) da Fmi, Banca d’Italia, Commissione Ue, Ocse e dalle agenzie di rating: inevitabile che verrebbe completamente scompaginato lo scenario di bilancio. Tuttavia gli economisti invitano a prendere i dati di ottobre con prudenza, vista la congiuntura appesantita dai segnali di "guerra" sul fronte dei dazi, dalle incertezze sulla politica di bilancio italiana e da una generale frenata delle principali economie che non può non coinvolgere l’Italia. Lorena Federico, di Unicredit, si aspetta che la produzione industriale italiana "rimanga debole nei prossimi mesi a causa di un significativo rallentamento della domanda": probabile un Pil in stagnazione nel quarto trimestre, «ma i rischi rimangono orientati al ribasso». Per Goffredo Mameli, di Intesa Sanpaolo, «nel trimestre corrente è possibile un ritorno a una crescita moderata sia per la produzione industriale che per il Pil. Tuttavia, le indagini non segnalano una significativa accelerazione per il futuro. I rischi di un rallentamento del Pil l’anno prossimo sono consistenti». E anche l’Unione nazionale consumatori fa notare come la produzione resti ancora lontana dal periodo pre-crisi: se si confrontano i dati Istat di oggi con quelli dell’ottobre 2007, la produzione industriale è ancora inferiore del 19,3%, «ossia si è perso quasi un quinto della produzione».

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