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Nuovi sgravi fiscali per le imprese che assumono al Sud e "card familiari" per il reddito di cittadinanza

foto pixbay

Doppio bonus per le imprese che assumono giovani e disoccupati al Sud. Come previsto, le aziende che offriranno un lavoro ai beneficiari del reddito di cittadinanza avranno diritto ad un incentivo pari ad un minimo di cinque fino ad un massimo di 18 mesi dell’assegno (in base alle mensilità di reddito rimanenti nel ciclo di un anno e mezzo alla persona assunta) da prendere nel limite dei contributi Inps dovuti per ogni mese.

Ma secondo l’ultimissima versione del decretone, queste agevolazioni, qui sta la novità, saranno "compatibili e aggiuntive" rispetto alla decontribuzione al 100% per i contratti stabili ad under 35 o disoccupati da più di 6 mesi al Sud, prorogata con la manovra al 2019-20. In questo caso, esauriti i contributi da scontare l’incentivo legato alle mensilità di reddito arriverà comunque all’impresa sotto forma di credito d’imposta.

La spinta pro-Mezzogiorno dunque raddoppia con una strategia precisa rivendicata anche dal ministro per il Sud, Barbara Lezzi. In attesa che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, firmi definitivamente il decreto, ricevuto con il bollino della Ragioneria generale dello Stato in serata, e che il testo venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale probabilmente non prima di lunedì, emergono intanto altri dettagli.

Innanzitutto sulla quantità di carte che verranno messe in circolazione. In una sola famiglia in cui i beneficiari siano più di uno, verranno infatti distribuite tante card quante il numero effettivo delle persone che ne avranno diritto, ognuno per la propria quota. A regime il sussidio sarà «suddiviso per ogni singolo componente il nucleo familiare», si spiega nel testo, con modalità da decidere con decreto di Lavoro e Mef entro 6 mesi» dall’entrata in vigore del decreto.

Si prevede quindi che il numero di carte elettroniche sia «tale da garantire l’erogazione del beneficio suddivisa per ogni singolo componente» della famiglia. Non solo. Chi beneficerà del reddito e sottoscriverà il Patto per il Lavoro dovrà usare anche l’assegno di ricollocazione, una dote», che «può variare da 250 a 5.000 euro».

I chiarimenti arrivano stavolta dalla relazione tecnica al provvedimento, in cui si specifica che la somma andrà spesa nei centri accreditati (come le agenzie per il lavoro) e nei centri per l’impiego per un servizio di «assistenza intensiva alla ricerca di occupazione», affiancati da «un tutor», come già previsto anche
con il Rei. Il voucher andrà attivato «entro 30 giorni dall’assegnazione, pena la decadenza dal progetto del reddito.

Sul fronte pensioni è invece ancora una volta la voce di Tito Boeri a farsi sentire. Secondo i calcoli del presidente dell’Inps, quota 100 non sarà finanziariamente innocua per il bilancio pubblico e a scontarla saranno i giovani. Proprio rivolgendosi ad un gruppo di studenti delle scuole superiori, Boeri ha infatti sottolineato che le novità introdotte con il decretone costeranno 32 miliardi di debito implicito per 3 anni e 100 miliardi se la durata non fosse invece limitata nel tempo.

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