Stop alla presentazione delle domande per il reddito di cittadinanza fino al 5 aprile in attesa della messa a punto dei nuovi moduli di richiesta che tengano conto delle modifiche apportate al decretone in sede di conversione in legge: oggi il ministero del Lavoro sul sito ha avvertito che in attesa dell’aggiornamento dei moduli (modifiche ci sono per le famiglie con disabili e per gli extracomunitari ma anche sulle finte separazioni) è temporaneamente sospesa la possibilità di presentare domande online ma sono bloccati anche gli altri canali (Poste e Caf). Le domande si potranno presentare di nuovo dal sei aprile fino al 30 per la quota di maggio (la finestra per ottenere il beneficio ad aprile si è chiusa il 31 marzo). Anche nei prossimi mesi le domande saranno sospese dal primo al cinque del mese. Intanto oggi l’Ocse ha bocciato la misura simbolo del governo gialloverde sottolineando che l’alto livello del reddito (può arrivare fino a 780 euro per un single che vive in affitto e non ha altri redditi) «rischia di incoraggiare l’occupazione informale e di creare trappole della povertà». In pratica si rende conveniente il lavoro nero invece di fare politiche che incentivino l’occupazione regolare come la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori a basso reddito e la partecipazione del secondo coniuge alla vita attiva attraverso la diminuzione dei contributi sociali a carico del datore di lavoro. Le critiche arrivano alla fine del primo mese di avvio ed è già possibile un mini-bilancio. Alla fine della scorsa settimana erano state presentate circa 750.000 domande (500.000 attraverso i Caf e 253.000 online e alle Poste) mentre altre 100.000 persone hanno preso appuntamento presso i Centri di assistenza fiscale ma non sono ancora riusciti a mettere a punto la domanda. Una parte consistente delle domande sarà probabilmente respinta (per il Reddito di inclusione si è trattato della metà delle richieste) anche se è possibile che sia accettata una percentuale superiore a quella del Rei dato che ci sono significative misure sanzionatorie per i cosiddetti furbetti che potrebbero disincentivare a monte la richiesta. Il paletto che dovrebbe essere più difficile da superare dovrebbe essere quello del reddito familiare che potrebbe portare al rigetto di molte domande o all’assegnazione di un importo più basso di quello atteso. Mentre a fine aprile potrebbero arrivare i primi pagamenti (dal 15 sono attese le prime risposte dall’Inps e pochi giorni dopo i primi inviti delle Poste ai beneficiari per ritirare la card) sembra in alto mare la fase due, ovvero quella dell’inserimento al lavoro delle persone in difficoltà. In questa settimana dovrebbe essere fissato un incontro tra l’Anpal e le Regioni sulla questione navigator ma la gestione delle 3.000 persone che dovrebbero coadiuvare i centri per l’impiego nell’assistenza ai beneficiari del reddito appare sempre di più un tema che riguarderà le singole province. Il bando per questi contratti deve ancora essere messo a punto ma è probabile che i candidati dovranno dare un’indicazione sulla provincia nella quale vorrebbero lavorare e che le graduatorie si facciano a livello provinciale o regionale. Sembra confermato invece il test per un numero di candidati massimo di 10 per ogni contratto di navigator, quindi per 30.000 persone.