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Crisi nello Stretto, il Rotary presenta un documento per l'integrazione territoriale

Palazzo Alvaro, Reggio

La commissione Interclub Reggio Calabria–Messina “Area Metropolitana dello Stretto” del Rotary presenterà domani, nella sala Conferenze di Palazzo Alvaro, a Reggio Calabria, un documento programmatico per favorire l’integrazione territoriale nell’area dello Stretto.

Alla presentazione saranno presenti il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il presidente della Conferenza permanente interregionale “Area dello Stretto” Domenico Battaglia, il sindaco di Villa San Giovanni Giovanni Siclari e l’ammiraglio Carmelo Maccarone, già comandante della Capitaneria di Porto di Messina e segretario Generale dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro.

Coordineranno l’incontro l’ingegner Giovanni Mollica e il dottor Alberto Porcelli.

«L’idea del documento programmatico nasce dalla constatazione – si legge nella nota del Rotary – della grande crisi delle città, dell’idea stessa di città, particolarmente evidente nel meridione d’Italia dove il degrado economico e dei valori ne ingigantisce gli effetti, rende indifferibile l’attuazione di interventi incisivi sulle problematiche connesse in forma partecipata e condivisa. Il Rotary ritiene di non poter più ignorare questa situazione e intende adoperarsi per far compiere alla sua azione un salto di qualità nelle relazioni con le Istituzioni. Di conseguenza intende mettere a disposizione della collettività, in modo strutturato, le migliori risorse culturali ed umane per collaborare attivamente al rilancio delle città».

«L’entità del problema – proseguono i club service nella nota – impone un salto di qualità anche a livello dimensionale. I Club rimangono al centro dell’azione rotariana, ma forse anche la stessa estensione distrettuale non è più sufficiente a garantire una reale efficacia alle azioni intraprese. E non solo per garantire il necessario coordinamento dei singoli interventi o la debita ampiezza delle risorse da impiegare, a livello sia umano che finanziario, ma ancora di più la creazione di una “massa critica” per un reale confronto con le istituzioni ai giusti livelli, senza il quale si corre il rischio di diluire le singole iniziative, pur lodevoli, in una sorta di inerme intellettualismo».

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