Gli italiani a rischio povertà diminuiscono ma rimangono sempre tantissimi - 16,4 milioni - con la fascia dei cittadini più ricchi che diventa sempre più ricca. Si allarga ancora il divario tra i redditi della fascia più debole della popolazione e quelli della parte più benestante. Nel 2018 - secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat - il 10% degli italiani con i redditi più alti ha potuto contare su oltre un quarto dei redditi totali (il 25,1%) al livello top dal 2008 quando era il 23,8% mentre il 10% con i redditi più bassi ha avuto appena il 2% del totale, percentuale invariata rispetto al 2017, ma molto inferiore al 2,6% del 2008. Per la parte più benestante del Paese c'è stato un avanzamento significativo dal 2017 quando la quota era al 24,4%. La crescita della diseguaglianza negli anni della crisi è evidente guardando all'indice di Gini (più alto è e più cresce la disuguaglianza dei redditi) passato dal 31,2% del 2008 al 33,4% del 2018 Era al 32,7% nel 2017). E se si mantiene stabile al 2% rispetto al 2017 la quota di reddito per il decile con i redditi più bassi (ma l'Italia è tra i paesi per i quali sono disponibili i dati per il 2018 il Paese con la quota di redditi più bassa al decile più povero dopo la Romania) si riduce la quota di coloro che secondo Eurostat sono "a rischio di povertà e di esclusione sociale". Nell'anno le persone a rischio povertà ed esclusione sociale in Italia sono diminuite di un milione rispetto al 2017 ma sono rimaste oltre i 16,4 milioni (il livello più basso dopo il 2011). Questo rischio, basato tra gli altri indicatori su un reddito disponibile per la famiglia inferiore al 60% del livello medio nazionale, riguarda il 27,3% della popolazione ed è diminuito di 1,6 punti rispetto al 2017. Il rischio di cadere nella povertà è comunque più alto per i bambini con il 30,6% per quelli che hanno meno di sei anni e più basso per gli anziani, tutelati dalle pensioni e dall'assegno sociale, con il 20,2% per gli over 65. Tra le persone a rischio di povertà ce ne sono molte che sono in difficoltà economica pur lavorando. Secondo i dati Eurostat sempre relativi al 2018, il 12,3% dei lavoratori tra i 18 e i 64 anni (circa uno su 8) è a rischio povertà, percentuale stabile rispetto al 2017. La percentuale cresce tra i più giovani (era nel 2018 al 13% tra chi ha tra i 20 e i 29 anni dal 12,4% del 2017). Tra i Paesi dei quali sono già usciti i dati per il 2018 l'Italia ha il dato peggiore sui working poor dopo la Romania e la Spagna. La percentuale dei working poor tra gli occupati pur rimanendo stabile rispetto al 2017 resta comunque ai massimi dal 2009 (quando era al 10,2%). Sale ancora invece la percentuale dei lavoratori a rischio povertà tra i dipendenti arrivando all'11% nel 2018 dal 10,1% del 2017 e dal 9,1% del 2009.