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Manovra, asili nido gratis per famiglie in difficoltà: un assegno da 240 euro al mese per ogni figlio

L’asilo nido gratis. Ma non per tutti, intanto per chi più è in difficoltà. E nuove strutture per accogliere i bimbi tra 0 e 3 anni mentre si studia la vera 'rivoluzione' per gli aiuti familiari, l’assegno unico per i figli. Nonostante il pressing dei partiti e del Forum delle famiglie, la linea del governo giallorosso per contrastare la denatalità è tracciata.

E non consente, come ha chiarito la titolare della Famiglia, Elena Bonetti, di fare «tutto in un mese, di qui alla sessione di bilancio». La ministra assicura che l’assegno unico arriverà ma sarà un passo successivo alla manovra perché oltre a fare una sintesi dei vari incentivi esistenti l’assegno unico per i figli andrà «integrato» con altre misure, «ad esempio con il reddito di cittadinanza», per fare in modo che l’aiuto arrivi mirato soprattutto laddove ce n'è più bisogno.

L’impegno, garantisce, è scritto nella nota di Aggiornamento al Def, che, tra i 22 disegni di legge collegati alla manovra, elenca anche quel Family Act caro in primis a Matteo Renzi, ma che l’intera maggioranza dice di condividere. Il Pd ha presentato anche una proposta di legge alla Camera, il cui esame in commissione Affari sociali è appena ripartito: prevede «fino a 240 euro al mese per ogni figlio dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni e fino a 80 euro dai 18 ai 26 anni», con maggiorazioni in caso di figli disabili.

Fino a 400 euro al mese verrebbero invece erogati da zero a 3 anni per asilo nido, babysitter e altri servizi per l’infanzia (importo poi ridotto dai 3 a 14 anni). Un progetto che però richiederebbe, oltre al riordino degli attuali incentivi, una iniezione di almeno altri 4 miliardi. E pure il Movimento 5 Stelle è convinto, come sottolinea Luigi Di Maio, che vadano aiutate le famiglie «con gli asili nido gratis e l’assegno unico».

Ma rimandare ancora, sostiene il presidente del Forum, Gigi De Palo, può essere «troppo tardi», visti i tassi di natalità oramai in picchiata: «In 4 anni abbiamo visto 4 ministri diversi, tutti pieni di buone intenzioni. Ma la situazione è talmente grave che» bisogna agire subito perché «se crolla la natalità non avremo più le pensioni o la sanità pubblica» perché «non ci saranno più nuovi contribuenti».

In «tutta Europa - aggiunge - c'è un assegno per ogni figlio indipendentemente dal reddito. Ci sono già 18 miliardi, dati a pioggia, tra assegni familiari, vari bonus bebè e gli 80 euro, che andrebbero ricalibrati sulle famiglie con figli». Il Forum suggerisce quindi un progetto in due step: il primo anno si potrebbero riassorbire gli attuali assegni familiari (circa 6,5 miliardi), il miliardo e mezzo circa dei «vari bonus» (dal bonus bebè a quello per l’asilo nido o il bonus 'mamma domani'), e anche «i 10 miliardi degli 80 euro».

In questo modo, con 18 miliardi a disposizione, a fronte di circa 10 milioni di minori, si potrebbero dare subito «150 euro al mese per ogni figlio». Il secondo anno, aggiungendo anche le attuali detrazioni per i carichi familiari (circa 12 miliardi) si arriverebbe a «250 euro al mese per ogni figlio. Così ripartono i consumi, e l’economia, perché torna la fiducia delle famiglie».

Bonetti ammette che gli attuali sistema di incentivo vanno corretti perché ad esempio, «gli incapienti non possono godere delle detrazioni perché non hanno tasse da pagare e gli assegni per i figli vanno ai dipendenti ma non alle partite Iva». Ma il passaggio all’assegno unico ha bisogno di tempo per essere messo a punto con l’obiettivo di ottenere «una misura che da prima della nascita fino a 18 anni dia un sostegno economico fisso per ogni figlio» e che, allo stesso tempo, «non disincentivi il lavoro femminile».

Intanto in manovra, assicura «vogliamo arrivare a una copertura pressoché totale della retta per le famiglie meno abbienti» lavorando «in sinergia con gli enti locali» che erogano attualmente il servizio.

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