Tempi duri per chi acquista un'auto all'estero, anche usata. L'Agenzia delle entrate, infatti, effettuerà un controllo preventivo anche nei casi in cui non è previsto il versamento dell’Iva con F24. La novità è contenuta nel Dl Fisco, che ha l’obiettivo dichiarato di arginare possibili frodi nel commercio dall’estero di autoveicoli. Una stretta nel contrasto all’evasione dell’Imposta sul valore aggiunto, che ha già portato la Guardia di finanza a individuare numerosi casi di irregolarità. In particolare, la norma equipara le operazioni dei titolari di partita Iva a quelle dei consumatori finali e introduce «la verifica preventiva anche per i soggetti privati che acquistano mezzi fiscalmente usati in altri Paesi dell’Unione Europea».
A fare da apripista sono state le analisi di rischio messe a punto da agenzia delle Entrate e Fiamme gialle alla base di una strategia di aggressione agli illeciti in materia tributaria. L’intelligence si sta focalizzando su quelle attività produttive che, stando ai riscontri, sono a maggiore rischio di evasione dell’Iva.
Secondo la legge italiana, per i veicoli acquistati dall’estero si deve saldare l’Iva, pena l’impossibilità di immatricolare il veicolo. Ed è nelle pieghe dei documenti depositati alla Motorizzazione civile che ci possono essere delle spie di evasione dell'imposta sul valore aggiunto.
Secondo modelli investigativi messi a punto, i concessionari potrebbero attuare uno stratagemma per non versare l’Iva: farebbero, cioè, risultare l’acquisto come svolto direttamente da un soggetto privato, il quale dichiara in sede di immatricolazione del veicolo che ha già pagato l’Iva nel Paese di provenienza del mezzo. Si tratta di operazioni che consentono una totale evasione dell'imposta.