Per il ponte di Ognissanti circa 6 milioni e 648 mila gli italiani (tra maggiorenni e minorenni, pari all’11% della popolazione) si metteranno in viaggio. È la stima dell’indagine effettuata dall’Istituto Acs Marketing Solutions per Federalberghi, secondo cui l’87,5% resterà nel Belpaese mentre l’11,8% andrà all’estero. La spesa media (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) si attesterà sui 333 euro a persona (312 euro in Italia e 536 all’estero): un dato in lieve crescita (+2,1%) rispetto ai 326 euro del 2018. Il giro di affari complessivo sarà di circa 2,21 miliardi di euro, il 7,1% in meno del 2018. «Il movimento degli italiani in occasione del ponte di Ognissanti - sottolinea Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi - rappresenta un test importante per l’apertura della stagione invernale». «E' indubbio - fa notare Bocca - che il calendario dello scorso anno fosse particolarmente incentivante, dal momento che la festività del Primo Novembre cadeva nella giornata di giovedì. Ma va comunque considerato con scrupolo il fatto che nella gran parte dei casi la rinuncia della vacanza è stata motivata da una scarsa liquidità». Secondo l’indagine, nel 44,2% dei casi gli intervistati dichiarano di aver rinunciato alla vacanza per mancanza di soldi; il 26,7% per motivi familiari ed il 35,6% afferma che intende andare in vacanza in un altro periodo. Chi resterà in Italia sceglierà in primis le località d’arte (31,3%), la montagna (24,2%) e il mare (12,3%). A seguire si preferirà il lago (4,4%) e le località termali (3,6%). Per chi andrà all’estero, le mete più ambite saranno le grandi capitali europee (73,5%), il mare (14,7%), le grandi capitali extraeuropee (2,9%) e la montagna (2,9%). «Chi resterà in Italia - nota il presidente di Federalberghi - si orienterà sempre più nella scelta di località d’arte, quelle cioè dotate di un ricco patrimonio monumentale e culturale. Chi invece sceglierà l’estero si concentrerà sulla grandi capitali europee». «Interessante è poter notare nella valutazione complessiva - sottolinea Bocca - quanto la percentuale delle spese legate al pernottamento sia al di sotto del 20 per cento, mentre a gravare maggiormente sul budget della vacanza risultano essere le spese legate al viaggio ed al cibo. Un elemento significativo per armonizzare i ruoli degli attori in gioco in tutta la filiera del comparto turistico». La durata media del soggiorno sarà di 3,3 notti trascorse fuori casa, contro le 3,6 del 2018. Va valutato che quest’anno vi sarà un giorno in meno di vacanza rispetto al ponte del 2018 in cui la festività cadeva di giovedì. Le spese di pernottamento incidono sul budget per il 19,4%; le spese di viaggio per il 26,5%, e quelle relative ai pasti per il 25,9%. Il capitolo più corposo della spesa (28,2%) riguarda le altre voci (lo shopping, i divertimenti, etc.).