Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il giornalista Alan Friedman in Sicilia: "Amo l'Italia ma adesso sta rischiando grosso..."

«Amo l'Italia. Il vostro Paese deve tenere la testa alta, mantenere salda la rotta democratica, scongiurando il rischio di trasformarsi in un posto paranoico, sovranista, anti immigrati e contro l'Europa». Un atto d'amore verso il Belpaese, un grido d'allarme contro il populismo. Con queste parole il celebre giornalista statunitense e volto tv, Alan Friedman, presenta il suo ultimo libro “Questa non è l'Italia. Storie segrete e verità shock dietro il nuovo volto del nostro paese” (Newton Compton). Si tratta di una disamina arguta e decisamente non-politically correct, «rilevando i pasticci compiuti da Salvini e Di Maio» e «il pasticcio del reddito di cittadinanza», con il serio timore che il leader leghista possa diventare determinante per scegliere il prossimo inquilino del Quirinale.

L'occasione di una due giorni di presentazioni in Sicilia - fra Palermo e la provincia di Messina - è propizia per una chiacchierata sui temi dell'attualità, fra aneddoti, scenari futuri e retroscena. E infine, proprio Alan Friedman rivolge un appello ai lettori della Gazzetta, chiedendo perdono… per Donald Trump.

Mr. Friedman oggi e domani lei sarà in Sicilia. Da sempre quest'isola è un crocevia politico, un laboratorio elettorale. Che cosa si aspetta?

«Amo la Sicilia. A Palermo stasera presenterò il libro con il sindaco Leoluca Orlando e Letizia Battaglia, un grande onore. Purtroppo, temo che sentirò molte lamentele fra la gente perché anche questo governo sembra aver dimenticato il Mezzogiorno. È ridicolo trattare così la Sicilia, una terra che potrebbe essere come la California o la Silicon Valley fra turismo e infrastrutture. Sono amico dei siciliani, capisco la frustrazione di un popolo dimenticato da Roma».

Passiamo alla stretta attualità. Il centrodestra conquista l'Umbria e lei, nell'ultimo capitolo del libro, paventa i pericoli derivanti dal possibile ritorno al potere di Matteo Salvini.

«Sicuramente questa vittoria è un dato importante. Il suo consenso si rafforza e laddove il centrodestra dovesse trionfare anche in Emilia Romagna sarebbe senz'altro un rischio reale».

Perché parla di rischio?

«Credo sia giusto usare questa parola. Con questo libro denuncio il fatto che il vostro Paese sta cambiando volto».

Dal suo punto di vista, cos'è accaduto all'Italia negli ultimi anni?

«In Italia come in America, ad un certo punto nel corso degli ultimi dieci anni il centrosinistra ha perso il controllo della globalizzazione, si è lasciato travolgere da un flusso di eventi che hanno comportato disagio economico e forti diseguaglianze di reddito nella società. Ciò ha spianato la strada all'arrivo di Donald Trump in America, Salvini in Italia, Nigel Farage e Boris Johnson in Inghilterra e i neonazisti in Germania. E così, il populismo contro i migranti e gli avversari dell'euro hanno raccolto il favore della gente. Oggi la democrazia stessa è in pericolo».

Addirittura?

«Certamente. Del resto, Trump ha cercato di influenzare la magistratura e Salvini ha attaccato le Ong. Per fortuna, la maggioranza silenziosa degli italiani è moderata».

La sconfitta in Umbria metterà in crisi il governo Conte-bis?

«No, credo che questo sia un governo anti-Salvini. Finché ai grillini e al Pd converrà, resteranno insieme».

Quale pericolo vede all'orizzonte?

«Come scrivo nell'ultimo capitolo, dobbiamo scongiurare che Salvini possa essere l'ago della bilancia per scegliere il prossimo Presidente della Repubblica. Intanto l'economia è in stagnazione, non c'è crescita, Salvini e Di Maio hanno fatto pasticci».

Vogliamo provare ad ipotizzare quale potrebbe essere il candidato al Quirinale di Salvini?

«Non voglio nemmeno provare ad immaginarlo. L'Italia è una grande democrazia ma le istituzioni sono più fragili di quanto si creda».

Recentemente ha dichiarato: «Al confronto di Salvini, Silvio Berlusconi sembra un intellettuale, un galantuomo e uno statista».

«Confermo tutto. Lo conosco bene, nel '94 lui fu il primo populista. Al confronto odierno, il populismo di Berlusconi era gentile anche se spesso lui stesso era volgare. Invece, Salvini in soli due anni ha incattivito il discorso pubblico in modo orribile».

Come giudica il Movimento 5 Stelle al governo?

«Sono un gruppo di neofiti confusionari. Fra i grillini trovo molti bravi ragazzi, persone ben intenzionate e oneste, però hanno una competenza in politica economica davvero molto scarsa. Il reddito di cittadinanza è solo un costo, aiuta i furbi, osteggia i bisognosi e non crea lavoro. È un vero pasticcio».

Lei ha dichiarato: «Renzi è un nuovo Craxi».

«Sì, potrebbe diventarlo. Negli anni 80 conobbi Bettino Craxi che con l'8, 9 e poi 11% divenne l'ago della bilancia. E Renzi oggi oscilla intorno al 4% con Italia Viva ma credo possa raddoppiare il suo peso e diventare determinante. Potrebbe decidere di fare il Presidente del Consiglio se accadesse qualcosa a Giuseppe Conte».

A proposito, guardiamo sempre all'America eppure Trump con i dazi sta affossando il nostro export.

«Possiamo dire con chiarezza che Trump non è un presidente normale e non è amico dell'Europa? Il governo italiano si sta dimostrando completamente succube di Trump nonostante i dazi imposti contro il made in Italy. E adesso, posso rivolgere un messaggio ai vostri lettori?».

Prego.

«A nome del popolo americano, mi scuso per l'aberrazione che occupa la Casa Bianca. Stiamo lavorando per mettere le cose a posto, speriamo che il rapporto fra Europa e America torni presto alla normalità dopo il voto nel novembre 2020».

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia