Il 12 marzo resterà nella storia della finanza come uno dei giorni più neri di sempre. Milano sprofonda e perde quasi il 17% (-16,92%), peggior seduta della storia, rivedendo al ribasso il precedente 'record’, del 24 giugno 2016. In quell'occasione, dopo la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea, perse il 12,48%. Con il tonfo di oggi il valore del Ftse Mib torna a metà 2013, sotto i 15.000 punti a 14.894. Il maxi-calo di oggi, con l’All Share che ha perso il 16,4%, costa alla Borsa di Milano 84,27 miliardi rispetto agli 85 persi durante cinque sedute due settimane fa. La capitalizzazione del listino milanese scende così a circa 430 miliardi dagli oltre 700 dei massimi di febbraio. Non poco ha pesato la delusione per le misure decise dalla Bce, che hanno fatto definitivamente sprofondare il marcato, in pieno panico dopo il lockdown decretato dal governo. Già a inizio settimana Piazza Affari aveva sperimentato un calo in doppia cifra, pari a circa l’11,2%. Prima di queste occasioni l’ultimo calo superiore al 10% - gli indici erano però calcolati diversamente - fu nel 1981. Fra le borse mondiali, tuttavia, cali di questa magnitudo non sono un unicum: il 19 ottobre 1987, nel cosiddetto Black Monday, la borsa di New York perse il 22,6%; dopo l’11 settembre, quando fu riaperta il 17 dello stesso mese, Wall Street chiuse addirittura in calo del 30%. Tornando all’attualità il calo di oggi è dovuto soprattutto alla bocciatura decretata dagli investitori per le misure della Bce, alla decisione del presidente Trump di bloccare i voli per l’Europa, e poi ancora al nuovo calo del petrolio e soprattutto nel pomeriggio all’andamento assai negativo di Wall Street che sembra aver rotto gli argini (Dj -7,4%, S&P 500 -6,9%, Nasdaq -6,7%). Non solo Milano però: tutti i mercati europei - e anche quelli del resto del mondo - hanno vissuto una giornata nera. Lo Stoxx Europe 600, che riunisce i principali titoli del Vecchio Continente (non solo dell’Eurozona, dunque), ha chiuso in ribasso del 10,9%, il più ampio di sempre: in termini di capitalizzazione sono oltre 790 i miliardi andati in fumo in una sola seduta. in questo scenario da guerra, a Londra l’Ftse 100 ha ceduto il 10,87% a 5.237,48 punti, a Parigi il Cac affonda del 12,28% a 4.044,26 punti, a Francoforte il Dax sprofonda del 12,24% a 9161,13 punti. Vola lo spread che ha vissuto la peggior giornata dal 2011. Era infatti dai tempi dell’esplosione della crisi del debito dell’Eurozona che non si registrava un balzo di circa 60 punti in una singola sessione. Dopo un’apertura sopra i 200 punti, lo spread è volato a 273 per poi ripiegare in chiusura a 262 punti. Il rendimento del decennale, dopo esser balzato a oltre il 2%, si è attestato a fine seduta all’1,89%. Sprofonda l’euro che chiude sotto quota 1,11 dollari dopo l’annuncio delle misure anti crisi da parte della Bce. La moneta unica passa di mano a 1,1067 dollari e arretra anche sullo yen a 116,79. Dollaro in risalita sullo yen a 105,51. Molto male anche la sterlina che viene scambiata a 1,25 dollari e a 1,12 euro. Molto male anche il petrolio con il Brent che perde il 9% a 32,57 dollari al barile e il Wti che cede il 6,61% a 30,80 dollari.