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Crisi Coronavirus, Patuanelli: 10 miliardi a fondo perduto per le microimprese

Il ministro delle Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli

Dieci miliardi per le microimprese italiane colpite dalla emergenza Coronavirus. Un provvedimento che sarà contenuto nel prossimo "Decreto aprile" che il governo dovrebbe discutere già giovedì.

L'annuncio è arrivato dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli a Quarta Repubblica ieri sera su Rete 4, spiegando che si tratta di aiuti per "4 milioni e 600 mila imprese, il 96% delle imprese italiane".

Nello specifico, spiega il ministro, si tratterebbe di "15 miliardi di indennizzi diretti alle imprese a fondo perduto: 5 miliardi per la riconferma dei 600 euro che diventeranno 800 nella seconda mensilità, poi 10 miliardi a fondo perduto per le microimprese".

L'allarme e la necessità di fondi destinate alle aziende senza restituzione era arrivato già da Banca d'Italia, in audizione alla Camera. Il motivo? Lo Stato rischia "esborsi significativi", un domani, dalle garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese, che potranno non reggere il colpo della crisi economica e subire insolvenze oltre il 10%.

Le garanzie - dicono da Bankitalia - vanno bene ma non basteranno alle imprese il cui fatturato sarà severamente colpito dall'emergenza Covid ed occorrerà quindi prevedere trasferimenti diretti di risorse alle aziende. Un'allerta per l'effetto sulla finanza pubblica dal meccanismo messo in piedi per la liquidità, considerando che le garanzie hanno raggiunto i 450 miliardi di euro e nel prossimo provvedimento di aprile si stanno studiando indennizzi a fondo perduto.

L'istituto centrale manda un messaggio chiaro anche a chi pensa a patrimoniali o provvedimenti per attingere al risparmio depositato sui conti correnti: quei fondi sono "la base della liquidità" delle banche e spostarli altrove limiterebbe la loro capacità di erogare prestiti. E a chi si lamenta dell'eccessiva lentezza del sistema di garanzie tramite le banche (deciso dal governo proprio per margini di bilancio minori rispetto ad altri paesi) ricorda come occorra un "giusto equilibrio" fra la rapidità nell'erogare la liquidità e tutelare le casse pubbliche.

Una misura, suggerisce l'istituto centrale, potrebbe essere un ampio uso dell'autocertificazione da parte delle imprese, come chiesto anche dall'Abi e dai sindacati. Andare ancora più veloci, togliendo i controlli delle banche (che in caso di aziende già clienti sono comunque minimi), è "una scelta politica" del governo e Parlamento, che devono però essere consapevoli che lo Stato rischia di pagare ancora più alto il conto a causa dei prestiti non rimborsati.

Il meccanismo comunque sta marciando, dopo una fase iniziale in cui sono state messe a punto le regole organizzative. Per il vice dg dell'Abi, Gianfranco Torriero ci si attende un boom grazie anche all'invio massivo delle domande, durante le ore notturne, dalle banche al fondo garanzia. Se agli istituti sono arrivate centinaia di migliaia di richieste per i prestiti fino a 25mila euro, al fondo, sabato scorso, erano giunte solo 5200 domande.

In questi giorni ci si attende quindi un'accelerazione. Con l'ok del Fondo l'erogazione avviene infatti in automatico.

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