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Dall'1 luglio il tetto per i pagamenti in contanti scende a 2mila euro: sanzioni salate

Volge al termine la possibilità di pagare in contanti fino ad un tetto di 3mila euro. La soglia era stata fissata nel 2016 dal premier Renzi, aumentandola dai 1.000 euro voluti nel 2001 da Monti. Dal 1 luglio il nuovo tetto al di sopra della quale non si può andare è di 2mila euro (scenderanno a 1.000 dal 1° gennaio 2022). La sanzione in caso di mancata applicazione potrà arrivare fino a 50 mila euro per operazione.

Il tetto comporta che fino a 1.999 euro è possibile dare soldi in contanti ad un’altra persona o a un’azienda. Superando i 2mila euro per trasferire soldi da una persona ad un'altra è necessario uno strumento tracciabile: bonifico bancario, carta di credito e altro. Il limite riguarda sia chi riceve il denaro, sia chi effettua il pagamento. Nessun problema per i versamenti e i prelievi fatti sul proprio conto corrente: non essendo trasferimento di denaro tra soggetti diversi non ha limiti e non incappa nelle sanzioni, e per i pagamenti rateizzati in contanti come, ad esempio, le cure dentistiche.

Il nuovo tetto per i pagamenti in contatti non ha nulla a che fare con gli  interventi del governo, attuati in relazione all'emergenza Covid. Il lockdown e la conseguente chiusura forzata di molti negozi e attività, ha dato un contributo alla tracciabilità dei pagamenti che si possono verificare grazie alle vendite online.

Per quel che riguarda le sanzioni per il superamento del tetto di pagamento in contanti, fino a 250.000 si va da un minimo di 2.000 a un massimo di 50.000 euro per le parti contraenti. Oltre i 250.000 euro, la sanzione va da 15.000 a 250.000 euro. Per i professionisti obbligati alla segnalazione in entrambi i casi la sanzione va da 3mila a 15mila euro.

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