Il reddito di cittadinanza che non verrà speso sarà decurtato fino al 20 per cento. I beneficiari della carta del reddito di cittadinanza che quindi non preleveranno le somme accreditate vedranno decurtare l'ammontare del sussidio ad eccezione di arretrati. La decurtazione, nei limiti del 20 per cento del beneficio erogato, sarà effettuata nella mensilità successiva a quella in cui il beneficio non è stato interamente speso. Lo stabilisce il decreto della ministra del Lavoro Catalfo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Intanto, si avvicina la prima "scadenza" del reddito di cittadinanza. A settembre scatta il fermo di un mese per coloro che hanno già fruito della misura per 18 mesi. Secondo quanto previsto dalla legge, infatti, il sussidio viene erogato per un anno e mezzo e il rinnovo non avviene automaticamente. La prima erogazione del reddito di cittadinanza è avvenuta ad aprile 2019 e quindi i primi che avranno beneficiato del sussidio riceveranno per l'ultima volta l'accredito a settembre 2020. Però chi possiede i requisiti per poter usufruire del sussidio, può nuovamente presentare la domanda. Nel caso venga accettata il reddito di cittadinanza viene nuovamente accreditato ma con una pausa di un mese.