«Ogni anno assistiamo a un calendario che slitta e si adatta alle esigenze dei cittadini e a quelle dell’erario. Ecco, forse il tema delle scadenze potrebbe essere un buon punto di partenza per il secondo capitolo della riforma fiscale, c'è un modo per uscire da questo labirinto una volta per tutte». Lo dice Ernesto Ruffini, direttore dell’agenzia delle Entrate, in un colloquio con il Messaggero illustrando la sua idea per superare lo scoglio dei numerosi adempimenti fiscali contro cui si stanno battendo in questi giorni i commercialisti per il mancato rinvio del Tax day di domani.
In sostanza l’idea di Ruffini, illustrata al Messaggero, è che il fisco possa chiedere ogni mese o ogni trimestre al contribuente se autorizza il prelievo dell’imposta dovuta, con tutte le compensazioni già fatte in automatico o il riconoscimento di un credito per le successive scadenze. Il numero dei versamenti scenderebbe da un minimo di 4 a un massimo di 12, con un impegno molto ridotto per il contribuente e un conguaglio in sede di dichiarazione.
«Con questo sistema - spiega Ruffini - è possibile cancellare tutto il meccanismo attuale di acconti e saldi, nonché la ritenuta sui redditi di lavoro autonomo ed evitando così a monte il sorgere di crediti di imposta versata in più che il fisco dovrebbe poi rimborsare», «il fisco di massa - aggiunge - ha bisogno di automatismi, deve essere un fisco automatico, ma controllabile». Ruffini parla quindi di quella che chiama «cash flow tax": si tratterebbe di estendere il sistema di tassazione per cassa consentendo l’immediata deducibilità degli investimenti, invece di diluirla nel tempo con gli ammortamenti: «La fatturazione elettronica ci fornisce già gran parte dei dati necessari per la dichiarazione Iva - spiega -, che potrebbe essere precompilata come gli scontrini. Poi la cash flow tax, se pienamente applicata, potrebbe cancellare alcune voci meramente contabili, come ammortamenti, rimanenze, accantonamenti rendendo possibile una precompilata Irpef anche per i titolari di partita Iva. Infine, una volta che il fisco sarà in grado di precompilare le dichiarazioni annuali Irpef delle partite Iva, potrebbe farlo anche calcolando mese per mese quanto deve incassare o restituire».
Da qui la possibilità di addebitare le somme dovute sul conto corrente del contribuente ovviamente con la sua autorizzazione, o di compensare le perdite nel primo periodo successivo utile. «Il sistema dei prelievi mensili - conclude Ruffini - sostituirebbe quello dei saldi e acconti che creano spesso problemi di liquidità».
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