Per circa 4 investitori su 10 (il 39%) il valore degli asset immobiliari a livello globale calerà tra il 5% e il 10% nel 2020, mentre circa un terzo (il 31%) prevede una diminuzione superiore al 10%, quale conseguenza della crisi dovuta alla pandemia di Covid-19. In Europa quest'ultimo dato risulta inferiore (23%) rispetto a quello globale, segno di una maggiore fiducia nella tenuta del comparto. E' quanto emerge da un'indagine di Duff & Phelps Real Estate Advisory Group (Reag), che ha coinvolto top manager e investitori nel settore real estate in Europa, Regno Unito e Usa.
I settori maggiormente penalizzati nel lungo termine saranno quelli del retail e dell'hotellerie (indicati rispettivamente dal 37% e dal 36% del campione). La maggioranza degli investitori si aspetta una diminuzione delle quotazioni nel retail tra il 10% e il 40% nei prossimi 12 mesi, mentre il 36% crede che il comparto logistica-industriale emergerà come il più forte dalla crisi attuale, ed emergono prospettive positive per il residenziale.
"Gli investitori - spiega l'indagine - possono comunque sentirsi rassicurati dal fatto che il 90% delle aziende prevede che le quotazioni degli asset immobiliari possano tornare ai livelli pre-pandemia entro il 2021". Infatti, il 41% degli intervistati a livello globale, che salgono al 51% in Europa, si dicono "più ottimisti ora riguardo il comparto real estate europeo rispetto a quanto lo erano all'inizio della pandemia". In particolare, i gestori di fondi di investimento sono i più ottimisti e il 42% degli investitori ha mantenuto invariati i propri impegni di capitale o pensa addirittura di incrementarli. Inoltre, il 70% dichiara di essere pronto ad impiegare le risorse finanziarie disponibili, quando necessario.
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