Una maxi manovra da 38 miliardi che già potrebbe non bastare. A un mese dal primo esame il governo dà finalmente il via libera alla legge di Bilancio ma già pensa al nuovo scostamento che potrebbe aggirarsi sui 20 miliardi e che servirà per affiancare alle misure pensate per il 2021 un ulteriore decreto anti-crisi. Da mettere in campo il prima possibile, forse già a cavallo tra questa e la prossima settimana, perché la seconda ondata non è finita e si fatica a contenere la curva dei contagi. Le misure «saranno presto potenziate e rafforzate» sia per il 2020 sia per il 2021 grazie al nuovo scostamento, dice il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ai sindacati, che Conte ha chiamato proprio per presentare la legge di Bilancio (incassando qualche protesta per le informazioni divulgate via social prima che alle parti sociali). Il ministro difende l'impostazione della manovra che punta non solo ad arginare l'emergenza ma anche a sostenere il ritorno alla crescita con un pacchetto di misure per «occupazione, coesione sociale, con un focus particolare sui giovani, le donne e il Mezzogiorno». Sgravi al 100% per le assunzioni under 35 (di 4 anni al Sud) e per le donne disoccupate in tutta Italia, sostegno all’imprenditoria femminile, 500 milioni per le politiche attive sono alcune delle misure pensate per sostenere il mercato del lavoro anche quando a fine marzo finirà il blocco dei licenziamenti. E poi la conferma del taglio del cuneo fiscale in attesa della riforma dell’Irpef per cui la manovra prepara il terreno con l’avvio dell’assegno unico per i figli e la creazione di un Fondo per la fedeltà fiscale» in cui far confluire le risorse della lotta all’evasione che si aggiungeranno, dal 2022, a uno stanziamento ad hoc per il taglio delle tasse da 2,5 miliardi (1,5 nel 2023). E una spinta si cercherà di darla anche agli investimenti con il potenziamento del piano Transizione 4.0 che sale a 24,8 miliardi per incentivare le spese delle imprese e 50 miliardi aggiuntivi per gli investimenti pubblici. E poi assunzioni ad hoc, 2.800, per garantire una accelerazione nella spesa dei fondi europei - in attesa che arrivino quelli del Recovery Fund. Ma resta la pandemia il filo rosso che tiene insieme gran parte dei 228 articoli della manovra, rivisti fino all’ultimo: tornano gli aiuti per le imprese, a partire dalla proroga della cassa integrazione a carico dello Stato per altre 12 settimane, insieme allo stop ai licenziamenti fino a fine marzo, e da un fondo anti-Covid da 4 miliardi pensato per i ristori a tutte le attività con perdite. Si rafforza la sanità, con il Fondo sanitario che sale e risorse ad hoc, quasi 1 miliardo, per dare aumenti a medici e infermieri. Altri 400 milioni serviranno al ministero della Salute per comprare vaccini e cure per i malati di Covid e Asl e ospedali potranno contare ancora per tutto il 2021 di operatori aggiuntivi assunti nell’emergenza. Per cercare di far tornare gli studenti in classe, si prevedono 350 milioni per i trasporti pubblici per potenziare scuolabus e autobus, soprattutto nelle ore di punta. Ma «nelle prossime settimane - assicura ancora Gualtieri - potenzieremo ulteriormente gli interventi a sostegno dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese colpiti dalle nuove restrizioni», grazie alle risorse che saranno reperite in parte dagli ultimi risparmi delle misure messe in campo quest’anno e, dall’altro, con il nuovo scostamento. Si interverrà, ha spiegato infatti il ministro ai sindacati, sia sul 2020 sia sul 2021, ma per fissare l’entità del nuovo deficit si attenderebbe anche di vedere l’andamento dei versamenti di metà novembre, appena scaduti. Entro la fine della settimana, o all’inizio della prossima, con il quadro più chiaro e testata anche la effettiva disponibilità delle opposizioni, si procederà con la richiesta.