Nei prossimi giorni sarà la stragrande maggioranza dei pensionati a riceverla sul proprio conto corrente. Nel giro di qualche settimana verrà poi erogata anche ai dipendenti privati e a quelli pubblici. E’ la tredicesima mensilità che quest’anno arriverà nei portafogli di 16 milioni di pensionati e di 18 milioni di lavoratori dipendenti. L’importo complessivo di queste 34 milioni di gratifiche natalizie ammonterà a 30 miliardi di euro, 3 miliardi in meno rispetto alla somma pagata l’anno scorso. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA. "Il Covid, purtroppo, ha alleggerito le tredicesime di tanti dipendenti del settore privato", afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo.
Se saranno circa 30 i miliardi di euro che attraverso la tredicesima arriveranno quest’anno nelle tasche degli italiani, anche il fisco potrà "festeggiare", visto che da questi pagamenti incasserà ben 10,4 miliardi di euro di ritenute Irpef. "Con l’aumento dei risparmi privati e la caduta verticale dei consumi delle famiglie - segnala il segretario Renato Mason - il Paese sta scivolando pericolosamente verso la deflazione. Dallo scorso mese di maggio, infatti, l’indice dei prezzi al consumo è negativo. La deflazione, ricordiamo, si manifesta attraverso una progressiva contrazione dei prezzi dei beni e dei servizi. Apparentemente la cosa può sembrare positiva: se i prezzi scendono, i consumatori ci guadagnano. Nella realtà le cose assumono una dimensione completamente diversa: nonostante i prezzi siano in calo, le famiglie non acquistano, a causa delle minori disponibilità economiche e delle aspettative negative, quel poco che viene venduto comporta, per i negozianti, margini di guadagno sempre più contenuti. La merce invenduta innesca una situazione di difficoltà per i commercianti, ma anche per le imprese manifatturiere che, a fronte delle mancate vendite, sono costrette a ridurre la produzione e in prospettiva anche l’occupazione".
Ai pensionati che non ricevono l’accredito sul conto corrente, ad esempio, la gratifica natalizia è stata corrisposta a partire da mercoledì scorso (25 novembre). Questa modalità è stata decisa dall’Inps e da Poste Italiane allo scopo di consentire a tutti i titolari delle prestazioni di recarsi presso gli uffici postali in piena sicurezza, nel rispetto delle misure di contenimento della diffusione del Coronavirus. Ai lavoratori dipendenti del settore privato il pagamento della mensilità aggiuntiva è stabilito dal CCNL: tradizionalmente viene comunque erogata dal titolare dell’impresa entro Natale. Ai dipendenti pubblici, infine, la tredicesima viene elaborata con il cedolino paga dell’ultimo mese dell’anno; abitualmente entrambi i versamenti vengono corrisposti attorno al 20 di dicembre.
A livello territoriale la regione che presenta il più alto numero di percettori della tredicesima mensilità è la Lombardia: le persone interessate sono quasi 6,2 milioni. Seguono i 3 milioni e 287 mila residenti nel Lazio, i 2 milioni 956 mila domiciliati nel Veneto e i 2 milioni 821 mila presenti in Emilia Romagna. Le realtà geografiche, dove, invece, il numero dei beneficiari della gratifica natalizia è più contenuto sono l’Umbria con 532 mila persone, la Basilicata con 290 mila, il Molise con 160 mila e la Valle d’Aosta con 77 mila. I pensionati, assieme al trattamento di dicembre, riceveranno la tredicesima martedì prossimo (1 dicembre). Da quest’anno, causa Covid, per alcuni soggetti la mensilità aggiuntiva viene pagata in anticipo.
"Dall’inizio dell’emergenza, infatti, almeno 6,6 milioni di lavoratori sono finiti in cassa integrazione e molti di questi a zero ore. Questa situazione - prosegue Zabeo - non ha consentito a tante persone di maturare il rateo mensile che definisce economicamente la gratifica, alleggerendone quindi l’importo finale di circa 100 euro per ogni mese di indennità ricevuta. Con meno soldi a disposizione e tanta sfiducia che assilla le famiglie italiane, gli acquisti di Natale rischiano di subire una contrazione fino al 15 per cento. Se l’anno scorso la spesa complessiva ha sfiorato i 10 miliardi di euro, quest’anno potrebbe scendere a 8,5-9 miliardi, una riduzione che rischia di penalizzare soprattutto le botteghe artigiane e i negozi di vicinato che faticano a reggere la concorrenza sempre più spietata del commercio on line".
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