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I tentacoli della mafia sui fondi Covid, 1700 attività sospette: aumento in Calabria e Sicilia

Con +21% in Calabria e +15% in Sicilia le due regione sono tra le prima cinque d'Italia

Nel 2020 sono state superate le 110mila Sos, segnalazioni di operazioni sospette, in crescita rispetto al 2019. A fine ottobre quelle legate all’emergenza Covid erano circa 1.700. A rivelarlo alla rivista Lavialibera di Libera e del Gruppo Abele, è Claudio Clemente, direttore dell’Unità di informazione finanziaria. Nel dossier di Lavialibera viene approfondito il ruolo e le funzioni dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia che contrasta il riciclaggio delle ricchezze frutto di attività illecite attraverso le le cosiddette segnalazioni di operazioni sospette (Sos) movimenti di denaro sospetti spesso l’anticamera a contestazioni più gravi in sede penale. Dalle Sos analizzate con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dnaa), sono nate 23 indagini sugli affari illeciti delle mafie legate al Covid. A fine ottobre le segnalazioni sospette legate all’emergenza Covid erano circa 1.700: di queste, una parte significativa risale alla prima fase della pandemia ed è legata a sospetti di truffe e illeciti nella fornitura di strumenti e dispositivi sanitari. Nella fase successiva emergono sospetti di infiltrazioni della criminalità nelle imprese e di utilizzo illecito di fondi pubblici destinati al sostegno economico.

Tra il 1° marzo e il 15 ottobre l’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia ha ricevuto 67.382 segnalazioni di operazioni sospette (Sos), +8% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il 99,2% dell’aumento è riferibile al solo riciclaggio . A fronte di una diminuzione al Nord, in particolare in Lombardia (-7,4%) e Liguria (-14,3%), nel resto del Paese le Sos sono in aumento: +32,5% nel Lazio, +22% in Puglia, +21% in Calabria, +16% in Campania e +15% in Sicilia.

Secondo una ricerca in corso di Transcrime, da aprile a settembre 43.688 aziende hanno cambiato titolare effettivo. Nelle nuove società compaiono ora soggetti provenienti da Paesi inseriti nelle blacklist antiriciclaggio.

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