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Infrastrutture, Sud e Nord sempre più lontani

Nord e Sud si stanno allontanando sempre più, si respingono come i poli uguali di una coppia di magneti. È arrivato il momento di riposizionare le calamite degli investimenti virtuosi per fare in modo che il Paese si “ricompatti”. La pandemia, del resto, sta funzionando da acceleratore di una crisi economica deflagrata nel 2008, mai superata, che va fermata.

Quale migliore occasione del Recovery Fund per riavvicinare il nostro Meridione al resto d’Italia? Ancora non si conoscono i dettagli di come verranno spesi i 200 miliardi di euro che arriveranno dall’Europa ma c’è la sensazione che Calabria e Sicilia, come spesso accade, subiranno lo strapotere di regioni politicamente meglio rappresentate. I prodromi non mancano, anche su altri fronti. Nei giorni scorsi, ad esempio, il Tesoro ha collocato i Btp Verdi, circa 8,5 miliardi di euro a fronte di una richiesta per complessivi 80 mld. Successo strepitoso, per un Titolo di Stato che ha una caratteristica particolare, innovativa. La liquidità raccolta deve essere destinata, principalmente, a investimenti in infrastrutture strategiche, che abbiano una valenza di eco sostenibilità.

I filoni di intervento sono sei, ma la gran parte dei progetti riguarda i trasporti, settore che dovrebbe assorbire il 55,5 per cento delle risorse. C'è di tutto: potenziamento della rete ferroviaria e del trasporto pubblico, incentivi per l'acquisto di auto elettriche e ibride, sviluppo dei porti e delle piattaforme intermodali, ciclovie. Spiccano, tra tutti i piani, il terzo valico nella tratta ferroviaria Genova-Tortona e la Via d'acqua lungo il Po.

Alle nostre latitudini cosa potrebbe sbocciare? A quanto pare nulla. Noi suggeriamo di finanziare un grande archivio-biblioteca- emeroteca per tramandare ai posteri tutte le chiacchiere, i progetti e le promesse che la classe politica tricolore ha prodotto, dall'Unità d'Italia ai nostri giorni, ogni qual volta si è parlato di sviluppo del Meridione. Si potrebbero custodire, in questo tempio delle illusioni, anche i modellini del Ponte sullo Stretto.

In Italia esistono altri due “mondi” da riallineare: il “settore pubblico”, in tutte le sue sfaccettature, e quello privato. Il primo sempre più tutelato, nonostante le troppe inefficienze, il secondo più che mai precario e a rischio. Realtà, quanto a regole e prospettive, che si stanno divaricando a gran velocità con il rischio che le imprese (che creano ricchezza vera) alzino bandiera bianca. Tutti sotto l'ala protettrice dello Stato o a casa col reddito di cittadinanza?

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