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Decreto sostegni: bonus baby sitting, congedi e lavoro agile. Il reddito di emergenza s'allarga

Mario Draghi

Il «reddito di emergenza» si allarga. Il Governo utilizzerà questo strumento, già attivato nella prima fase della pandemia, per fare fronte ai rischi di povertà repentina che interessa una fascia di lavoratori senza più tutele. Ne potenzierà il ruolo e, contemporaneamente, rivedrà alcuni meccanismi del reddito di cittadinanza per renderlo più flessibile, ad esempio consentendo la sospensione per qualche mese e la successiva riattivazione per chi riesce a trovare lavori temporanei.

Il decreto Sostegni è atteso per giovedì o venerdì e il governo è al lavoro per arricchire le misure, non solo per il capitolo delle imprese e per quello del lavoro, ma anche per quello del reddito delle famiglie, dopo l’anticipo delle norme per i congedi, il lavoro agile e il bonus baby sitting. Il provvedimento conterrà anche le risorse per dare impulso al piano dei vaccini. Si era inizialmente ipotizzato 2 miliardi mentre ora l’orientamento è quello di finanziare con 5 miliardi l'acquisto, la distribuzione e la produzione in Italia di vaccini. Un ulteriore capitolo riguarda poi un nutrito numero di rinvii fiscali - dalla scadenza delle cartelle ad alcune scadenze per la predisposizione della precompilata - e contiene l'ipotesi, fortemente spinta da alcuni partiti di maggioranza, di cancellare le vecchie cartelle sotto i 5 mila euro contestate ai contribuenti tra il 2000 e il 2015.

Il governo ha a disposizione per la predisposizione del decreto i 32 miliardi di extradeficit per i quali ha ottenuto l'autorizzazione allo "sforamento" da parte del Parlamento. Si tratta di risorse che, come ha detto il premier Draghi, saranno interamente impegnate. Ed è chiaro che con le chiusure decise, bisognerà richiedere ulteriori possibilità di manovrare il deficit. Al momento nel decreto Ristori le due voci più pesanti restano, come nei decreti economici che hanno contrassegnato il primo anno di emergenza, le protezioni del lavoro e gli aiuti alle imprese, due voci che da sole assorbono oltre 20 miliardi. Per gli indennizzi alle Pmi, che nel passato si fermavano ad un fatturato di 5 milioni e ora si estendono fino a 10 milioni, senza il paletto dei codici Ateco, serviranno circa 11 miliardi. Per il pacchetto lavoro circa una decina, tra rinnovo della Cig Covid fino a giugno per tutti e fino a ottobre per i più piccoli, nuove indennità per stagionali, precari dello sport e dello spettacolo, rinnovo del Reddito di emergenza e rifinanziamento del Reddito di cittadinanza. Circa altri 3 miliardi, poi, dovrebbero servire per dare ossigeno ad enti locali e trasporto pubblico locale, con le casse vuote. Ci sono per risorse per Sanità e Vaccini e, se si troverà l’intesa, ci sono altri 2 miliardi per coprire la cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali. L’Italia in zona rossa, del resto, ha reso acute le difficoltà di molte categorie.

«Le nuove restrizioni costeranno all’economia italiana circa 80 milioni di euro di consumi al giorno - è il grido d’allarme di Confesercenti - Un nuovo colpo per le imprese, in particolare quelle del commercio e del turismo, la cui resistenza è ormai al limite». Già a febbraio, ha calcolato Confimprese, i consumi sono calati del 35,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La Fipe, la federazione dei pubblici esercenti, parla di 243mila posti persi nel 2020. E ci sono settori, come quello legato al wedding, che si leccano le ferite: ha perso 35 miliardi di fatturato in un anno visto il drastico calo dell’80% dei matrimoni nel secondo trimestre.

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