Sabato 28 Dicembre 2024

Recovery: donne e giovani al centro. Gentiloni: "Bisogna correre"

Bruxelles pubblica la guida per evitare gli aiuti di Stato nel Recovery

Spendere «bene» i fondi europei, spenderli tutti. Mettere al centro le donne e i giovani. Fermare il divario crescente tra Nord e Sud del Paese. Mario Draghi indica i principi cardine del lavoro che il suo governo sta portando avanti sul Recovery plan. Un lavoro già in corso ma che entrerà nel vivo solo dopo l’approvazione, prevista intorno al 30 marzo, dei pareri delle Camere sulla bozza del Piano di rilancio e resilienza del governo Conte. Quella bozza è destinata ad essere in gran parte rivista, non nei grandi capitoli, ma nei progetti e nella governance. Le commissioni parlamentari del resto con i loro pareri sulle bozze attuali già chiedono alcune importanti modifiche, dalla necessità di indicare un cronoprogramma più preciso delle opere, alla richiesta di coinvolgere capitale privato, fino all’auspicio di più fondi da destinare all’industria. Ma tra le righe delle proposte dei partiti spuntano anche interventi puntuali, come la richiesta leghista di almeno un miliardo di euro in più per le aree del terremoto del centro Italia, che svelano il desiderio dei partiti di dire la loro sui singoli progetti. Da Bruxelles Paolo Gentiloni, commissario Ue, sottolinea un obiettivo come la parità di genere, che sarà trasversale a tutti i progetti italiani, e invita istituzioni e stati a «correre" nella elaborazione dei piani (la scadenza è il 30 aprile) e nelle ratifiche (l'Italia l’ha già approvata) per garantire che l'anticipo del Recovery fund, cioè il 13% dell’ammontare totale, arrivi «prima della pausa estiva». Divenire capaci di spendere i fondi» europei e «di farlo bene è obiettivo primario di questo governo», spiega Draghi intervenendo alla due giorni di discussione sul Sud indetta da Mara Carfagna. Il premier ricorda che Next Generation Eu prevede per l’Italia 191,5 miliardi da spendere entro il 2026 e che per il Sud sono in arrivo altri 96 miliardi di fondi Ue per la coesione nei prossimi anni. Snocciola i dati di un divario con il Centro e il Nord della penisola che continua ad allargarsi: tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti si è più che dimezzata. Aggiunge le statistiche pessime sui cantieri incompiuti (647 opere non completate nel 2017, il 70% al Sud). E conclude che l’aumento dei fondi per infrastrutture fisiche e digitali e per le fonti di energia sostenibile da solo non basta. I soldi bisogna saperli spendere. E spendere bene, per «fermare l’allargamento del divario», puntare su donne e giovani, e recuperare fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia. Con un impegno di classi dirigenti e cittadini. Uno dei nodi principali sarà proprio l’attuazione del Recovery plan italiano. Perciò è già annunciato un «decretone" (atteso ad aprile) destinato a semplificare le procedure amministrative ma anche a immettere migliaia di nuove figure professionali, con contratti a termine, nella P.a. Il ministro Renato Brunetta annuncia 2800 assunzioni al Sud, almeno mille funzionari in più per le Province. Ma gli enti locali, a partire dalle Regioni, chiedono di essere coinvolti di più dal governo: "Ancora non è chiaro il nostro ruolo», lamenta Donatella Tesei. Le Camere voteranno intorno al 30 marzo le risoluzioni che daranno indirizzi in vista della versione finale del Recovery e passeranno la palla al governo Draghi. Intanto iniziano a dare i loro pareri le singole commissioni, che si esprimono sulla bozza del precedente governo. La commissione Ambiente e Infrastrutture della Camera, con un auspicio già espresso da Draghi nel discorso sulla fiducia, chiede di «promuovere un efficace coinvolgimento del settore privato, anche valutando l'opportunità di un intervento legislativo che favorisca l'apporto del capitale privato». Povertà educativa, sviluppo di arte e digitale, gender gap, teatri storici, sono solo alcuni tra i temi trattati nei testi: la Lega chiede il restauro della Colombaia di Trapani. «Sono del tutto insufficienti i fondi per l'Industria», dice la commissione Attività produttive. E la commissione Politiche Ue pone al governo una condizione per l'approvazione del piano: «Indicare con un cronoprogramma obiettivi (target), intermedi e finali, misurabili in termini qualitativi e quantitativi, fornendo l’impatto relativo alle tre sfide giovani, parità di genere, Sud». (Ansa)

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